Cosa dicono i migliori portieri del mondo di Gianluigi Buffon

calcio19/11/2015 • 13:54
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Il 19 novembre 1995, giusto 20 anni fa, un 17enne di nome Gianluigi Buffon si affacciò al mondo del professionismo e cambiò di fatto la storia del ruolo dell’estremo difensore. Da quell’esordio con la casacca del Parma contro il Milan di Weah e Baggio ad oggi molte cose sono cambiate. Buffon non è più un ragazzino impertinente dotato di grande talento, ma un vero e proprio modello e punto di riferimento per generazioni di portieri.

Ma cosa dicono di lui i suoi colleghi più famosi?

“Gigi è unico per la sua personalità: incide sui compagni non solo con le parate, ma anche con la sua presenza e la sua leadership. Un portiere che diventa uomo chiave delle partite. Ci si fida ad occhi chiusi” (Petr Cech, Arsenal)

“E’ uno dei migliori al mondo da anni ed è stato sempre uno dei più grandi esempi per me. Veniva sempre a parlarmi prima e dopo la partita anche quando ero giovane. Un campione di gentilezza” (Manuel Neuer, Bayern Monaco)

“Ha tutte le carte in regola per diventare l’unico atleta con sei Mondiali: il meglio deve ancora venire!” (Rogerio Ceni, ex portiere brasiliano)

“Mi colpì subito la sua spensieratezza. Ha sempre vissuto con leggerezza. Negli anni è cambiato e maturato. Più invecchia e più si diverte. E in porta è un veggente: sa sempre dove andrà la palla” (Luca Bucci, ex compagno “scalzato” al Parma)

“E’ uno di quelli in grado di lasciare il segno nella storia del calcio ed influenzare generazioni di colleghi. Ricordo la finale di Berlino: nessuna parola, ma sguardo e rispetto reciproco” (Fabien Barthez, ex portiere dei Blues)

“Il suo nome è nella storia. A fine partita si ferma sempre a parlare con il collega avversario. Quante battute con lui prima e dopo Inter-Juve!” (Julio Cesar, ex portiere dell’Inter)

“E’ sempre stato un portiere sicuro, agile, veloce, con riflessi raffinati. Potermi sfidare con lui e osservarlo da vicino, come a Manchester è stata un’esperienza unica in carriera. C’era da superare un grandissimo” (Nelson Dida, brasiliano ex Milan)

“Abbiamo vissuto insieme Berlino 2006. Me lo ricordo spietato anche nelle partitelle, non voleva mai perdere.” (Angelo Peruzzi, compagno di Nazionale nel 2006)

“Lo invitai al mio addio al calcio in Camerun. Disse di sì ma non credevo venisse. Invece arrivò e prese il pullmino con noi. L’umiltà viene prima dei soldi. Se mi inviterà al suo addio, mi tufferò per l’ultima volta in suo onore” (Thomas N’Kono, ex portiere Camerun, suo primo idolo).

 

Fonte: La Gazzetta dello Sport

calcio19/11/2015 • 13:54
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Autore

Redazione

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