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C’è andata molto spesso bene, diciamolo. Ai tedeschi abbiamo lasciato tante volte le partite non ufficiali (l’ultima il 4-1 subito a Monaco pochi mesi fa). Di drammatico, sportivamente parlando, contro di loro ricordiamo lo 0-0 di Euro ’96: una partita quasi da dentro o fuori con rigore di Zola parato da Koepke che di fatto ci escluse ai gironi. Per il resto molte le gioie azzurre. Indimenticabili, appunto.
Ma partiamo dall’inizio.
Il 17 giugno 1970 va in scena la Partita del Secolo allo stadio Atzeca di Città del Messico. A sfidarsi sono gli azzurri contro la Germania Ovest, gara valevole per la semifinale della Coppa del Mondo. Il match inizia sempre all’insegna della ormai famigerata staffetta che vede Sandro Mazzola titolare a discapito di Gianni Rivera, Pallone d’Oro in carica. Dopo 8 minuti la Nazionale italiana va già in vantaggio con un gol di Boninsegna. Poi gli uomini di Valcareggi difendono il risultato arroccandosi in difesa e ripartendo in contropiede, classico della scuola italiana. Due minuti e mezzo dopo il 90° (una rarità all’epoca), il milanista Schnellinger pareggia clamorosamente il risultato rimandando tutto ai tempi supplementari. Scherzosamente ma non troppo, Schnellinger commentò: “Mi trovavo nell’area avversaria solo perché ero più vicino agli spogliatoi”. Gerd Muller segna al 94°, ma poco dopo pareggia molto a sorpresa Tarcisio Burgnich (secondo gol in azzurro). Prima della fine del primo tempo supplementare, Gigi Riva porta in vantaggio l’Italia dopo un’azione solitaria. Muller di testa segna il nuovo pareggio: Albertosi incolpa Rivera piazzato male sulla linea di porta che lascia il palo sguarnito. Ma proprio il Golden Boy mette a segno lo storico gol: un 4-3 dopo un’azione corale durata 11 passaggi. Italia in finale dopo trentadue anni.
11 luglio 1982: “Campioni del Mondo, campioni del Mondo, campioni del Mondo”. Risuona ancora oggi la voce rotta dall’emozione di Nando Martellini. Italia-Germania stavolta significa finale dei Mondiali. Al Bernabeu di Madrid, l’Italia di Bearzot, sulla quale nessuno volle scommettere nemmeno una lira ad inizio manifestazione, supera i tedeschi con il risultato di 3-1. Dopo pochi minuti il bell’Antonio Cabrini sbaglia dal dischetto un rigore che pesa come un macigno. Sembra il presagio di una serata funesta. Ed invece non sarà così: Pablito Rossi segna il suo sesto gol della competizione al 56°. Dieci minuti dopo, l’urlo di Tardelli: momento indimenticabile della storia del calcio italiano. Altobelli fissa il risultato sul 3-0 ed è inutile la rete di Breitner al minuto 83. Siamo campioni del Mondo, per la terza volta.
Arriviamo al 4 luglio 2006: l’Italia che partecipa alla fase finale in Germania è forse ancora più bistrattata di quella del 1982. Si arriva dopo Calciopoli, con i mass media che gettano fango sulla rosa, i giudici e i pm che si occupano di sentenze sportive e penalizzazioni, il tifo per gli azzurri ai minimi storici. La truppa di Lippi però avanza, arriva fino alla semifinale con i favoritissimi padroni di casa che come sempre ci prendono di mira. Pizza, mafia, mandolini e via dicendo. Niente ci tocca: in campo 11 leoni affrontano i rivali senza timore. Li portiamo ai supplementari, prendiamo due legni. Buffon miracoleggia e poi a tempo ormai scaduto, l’uomo della Provvidenza Fabio Grosso ci porta in vantaggio con un tiro a giro sul palo lontano. Il raddoppio di Del Piero è poesia e puro orgasmo. Italia in finale.
28 giugno 2012. Altra data scolpita nella memoria dei più. E’ la partita delle rivincite: la partita di Cassano e soprattutto quella di SuperMario Balotelli. Doppietta del centravanti più discusso degli ultimi anni e Germania annichilita. E’ la Gioconda di due carriere vissute tra alti (pochi) e bassi (praticamente la routine). La coppia potenzialmente più forte degli ultimi anni però non replicherà mai più prestazioni così. I due si perderanno, Prandelli non potrà fare affidamento su di loro nemmeno il Mondiale seguente. Ma quella partita resta una chicca. Italia ancora in finale, a farne le spese sono sempre loro: i crucchi.