Ranocchia e i suoi fratelli: gli indesiderati della Serie A

calcio15/01/2016 • 19:09
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La propria squadra del cuore va spesso (perché sempre sarebbe impossibile, checché se ne dica) sostenuta fino all’ultimo e “aldilà del risultato”, come per l’appunto recitano spesso le tifoserie di tutta la Serie A. Senza dubbio, però, in ogni squadra possiamo individuare dei giocatori indesiderati, poco amati dal pubblico, apprezzati più o meno quanto una bistecca alla fiorentina da un vegano. Si insomma, quei calciatori che inevitabilmente ti stanno sugli zebedei. La lista è, ahinoi, molto lunga. Gli esempi più importanti, però, sono concentrati soprattutto nelle big della Serie A che, pur non volendolo, posseggono in rosa calciatori la cui mancanza di acume e di fiducia in sé stessi farebbe sentire un fenomeno persino il macellaio sotto casa che da piccolo una volta ha ucciso un anziano al quarto piano tirando un rigore. Tenendo in considerazione un numero ristretto di squadre otteniamo comunque un gruppo di scapestrati di tutto rispetto: inutile sottolineare come le opinioni su tali calciatori della Serie A non rispecchino in alcun modo le nostre. O forse si, ma questo non lo saprete mai.

Per quanto riguarda i Campioni d’Italia della Juventus il nome da fare è uno soltanto, quello del brasiliano Hernanes: l’ex trequartista dell’Inter e della Lazio in bianconero ha avuto un impatto positivo paragonabile a quello dell’Isis per la pace nel modo. Tra minchiate d’annata, un’espulsione ignorantissima e una lentezza esasperante, il calciatore è stato costantemente preso di mira dal pubblico dello Stadium, il quale piuttosto che vederlo in campo attuerebbe persino un suicidio di massa con maggiore allegria.

Le milanesi sono una fucina inestimabile di geni incompresi. Partiamo dall’Inter, con problemi atavici come Nagatomo e Guarin, con il secondo perennemente amato&odiato dal tifo di San Siro, specie per aver mandato sulla luna molti palloni della Serie A, in una relazione che farebbe sembrare stabile anche quella tra Berlusconi e Veronica Lario. Il portabandiera nerazzurro è però senz’altro Ranocchia, che nel giro di poche stagioni si è ritrovato da talento del calcio italiano a motivo principale di infarto presso lo stadio milanese. Un’involuzione pazzesca quella del difensore centrale, con il picco massimo di harakiri registrato durante il suo periodo da capitano. Per quanto concerne il Milan la situazione non è di certo più rosea, tenendo che ormai ai tifosi rossoneri sta sul cazzo almeno la metà della squadra attuale: i vari Mexés, Zapata, Alex, Abate e De Sciglio sono ormai da anni sotto gli occhi lacrimanti dei supporters, ma se dovessimo comporre un podio dei più disastrati il terzetto sarebbe senz’altro composto, in ordine decrescente, da Honda, Montolivo e Cerci: il primo viene reputato inutile e lento quanto un bradipo su una tartaruga, il secondo è forse l’uomo meno rispettato di sempre e la promessa peggio mantenuta dal calcio italiano, il terzo è probabilmente l’uomo più odiato dai tifosi milanisti dopo Leonardo per via delle sue prestazioni evanescenti e della clamorosa caratteristica di fare in mezzo al campo sempre la scelta sbagliata al momento sbagliato, vanificando così le giocate di squadra.

A Napoli, bisogna dirlo, stanno facendo di tutto per sfanculare i giocatori meno desiderati: i vari Henrique e Fideleff hanno già terminato la loro avventura in Serie A, Zuniga è stato ceduto al Bologna dopo anni da fantasma mentre De Guzman attende una sistemazione dopo che, dopo appena un anno di Serie A, è stato amorevolmente soprannominato da alcuni tifosi partenopei De Pippman (forse anche un po’ troppo precipitosamente). In molti ricordano, però, come questa posizione fosse stata occupata per tutta la stagione scorsa da Jorginho che, mandato allo sbaraglio nel centrocampo a due da Benitez, si è beccato più bestemmie delle divinità cristiane a causa delle sue terrificanti partite. Chiudiamo con la Roma, che presenta una situazione molto strana poiché ciclicamente e a turno un po’ tutti i membri della squadra e della società finiscono per essere odiati, magari dopo periodi di pericolante amore: giocatori, allenatori, dirigenza, nessuno ne è mai uscito vivo. Che Spalletti possa contribuire ad invertire la tendenza?

Se abbiamo dimenticato qualcuno tra i poco amati nelle squadre di Serie A, segnalatelo pure nei commenti!

calcio15/01/2016 • 19:09
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