E’ passato anche questo trentuno agosto. Il giorno più lungo e frenetico del calciomercato. Un po’ come quando davanti ad un esame universitario ci si accorge che mancano soltanto poche ore all’appello. E c’è da correre a più non posso per chiudere qualche capitolo leggendo qualche pagina a caso.
C’è però chi davanti a quell’esame, che nella nostra storia si chiama “Campionato di Serie A”, preferisce svaccarla completamente. Pensando bene di uscire il sabato prima dell’appello con in testa il progetto ben chiaro di limonare un figone. Un figone a caso, senza badare troppo alla sostanza: per stupire gli amici, chi non ci credeva e dare una botta all’autostima. Un po’ come ha fatto il Milan che sparava grosso puntando – almeno secondo alcuni giornalisti – su Fabregas e Jovetic. Inutile dire che l’epilogo è stato piuttosto triste: il figone proprio non c’è stato, nemmeno per una foto. E ci si ritrova soli in un parcheggio a riflettere sui misteri del cosmo canticchiando “ma che ne sanno i 2000 di Ibra”. E chiedendosi a cosa potrà servire Mati Fernandez.
Sarebbe invece servito un Witsel in più alla Juve. Che puntava al trenta e lode. Resta però da capire cosa sia passato nella testa dei dirigenti dello Zenit che, con ogni probabilità dopo le diciannove, hanno imbastito un aperitivo piuttosto pesante iniziando, dopo il terzo giro, a sparare alto. C’era già più di una bozza di accordo con i russi, c’era chi aveva già buttato nel water la maglia del centrocampista belga credendo – considerati i colori piuttosto simili – erroneamente giocasse nel Napoli. Ma poi, come spesso accade il trentuno agosto, non si è concretizzato nulla. E Witsel arriverà a fine anno. Magari a zero.
E’ invece arrivato, o meglio tornato, Cuadrado. Che giunge ancora una volta sotto la Mole con un prestito da pagare in tre comode rate. Nemmeno fosse un Iphone.
Tolto il last minute di Cuadrado, lo “zero” è stato un numero piuttosto ricorrente. Zero come il numero di proposte accettate da Cassano. E soprattutto da Osvaldo. Che ha preferito darsi alla musica piuttosto che giocare nel Chievo. Un grosso peccato considerando le doti di ballerino di Cacciatore: i due avrebbero sicuramente avuto un grande successo tra i clivensi che si affideranno anche quest’anno alla verve di Meggiorini.
Quella verve che è decisamente mancata ad Ausilio. Che in ogni modo ha provato a piazzare Ranocchia, nemmeno fosse il baffo Roberto alle prese con una batteria di pentole. Non c’è stato nulla da fare: il difensore centrale resterà agli ordini di De Boer almeno fino a gennaio. Se a fare il magazziniere o il titolare ancora non è dato saperlo. Quel che invece è certo, scolpito nella roccia, è che a Nizza non passeranno una stagione tranquilla. Forza Balo, ci rivediamo a gennaio quando vorrai tornare in Italia.
Articolo di: Nicolò Premoli