Son e l’incubo leva militare. Sabato si gioca la partita della vita

calcio30/08/2018 • 08:23
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Questa clamorosa e curiosa vicenda ci aveva appassionato nel cuore del Mondiale. Del destino sospeso di Son Heung-Min, attaccante della Corea del Sud e del Tottenham, abbiamo parlato in un profondo articolo (CLICCA QUI PER LEGGERLO), rimandando a fine estate per un nuovo e decisivo capitolo.

Riepilogando In breve, il talento 26enne in forza agli Spurs entro due anni dovrà rispondere all’impegno militare nei confronti del proprio paese. Per la legge coreana ogni uomo è infatti chiamato a un servizio di leva della durata di 21 mesi da svolgere, ovviamente in patria e dietro un compenso del corrispettivo di 100 euro al mese, entro il compimento del 28esimo anno d’età.

Non c’è nessuna particolare deroga a questo obbligo, se non quella rappresentata, ed è il caso di Son, dal conseguimento di risultati e onori sportivi. I componenti della Nazionale del 2002 e quelli dell’ultima ad aver trionfato nei giochi Asiatici si erano infatti visti ridurre il gravoso onere militare a un addestramento base della durata di quattro settimane.

IL MOMENTO DELLA VERITÀ

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E la salvezza per Son, la cui immagine in lacrime di fronte al presidente sudcoreano Moon Jae-In dopo la sconfitta con il Messico aveva fatto il giro del mondo, è rappresentata proprio dai giochi asiatici in corso di svolgimento in questi giorni a Giacarta. Dopo il fallimento mondiale, unica possibilità insieme alla complicatissima Coppa d’Asia di gennaio.

E ora, dopo aver superato il Vietnam nella semifinale della competizione, Son potrà disputare sabato quella che, senza retorica, possiamo davvero definire la partita della sua vita. Nella delicatissima finale la Corea del Sud dovrà vedersela con il Giappone, probabilmente l’avversario più temibile del lotto.

Possiamo solo immaginare la tensione che attraverserà nervi, muscoli e pensieri del talentuoso attaccante al momento d’imboccare il tunnel dello stadio Gelora Bung Karno prima del fischio d’inizio.

Una vicenda romantica e tragica al tempo stesso, che pare proiettata da un’altra epoca storica nella realtà di un calcio sempre più scandito e regolato dalla volontà dei calciatori.

A noi, per il ragazzo e per il suo talento, non resta che dire: Giocala tranquillo, e in bocca al lupo.

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