Da Special-One a Special-Ino, la parabola di Josè Mourinho

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L’uomo del triplete. Il tecnico delle grandi vittorie. L’uomo della provvidenza. Almeno fino a qualche tempo fa. Già perchè la parabola di Josè Mourinho è in fase discendente e non accenna a riprender quota.

Nel 2015 Josè Mourinho dichiarava: “Non allenerò mai il Tottenham“. Col senno di poi avrebbe dovuto rispettare quanto detto 5 anni fa. Il bilancio dei primi 4 mesi sulla panchina degli Spurs è infatti impietoso: eliminato in FA Cup dal Norwich; eliminato agli ottavi di Champions League dal Lipsia; ottavo in campionato e fuori dalla lotta per l’Europa. In numeri 11 vittorie, 6 pareggi e ben 9 sconfitte. Sconfitte che salirebbero a 10 se si considerasse quella ai rigori contro il Norwich che ha estromesso il Tottenham dalla FA Cup. L’impatto dello Special One sulla Premier la pall League dunque non è stato quello che tutti ci aspettavamo e che forse lui stesso si immaginava. Sembrano lontanissimi i tempi in cui Josè saliva alla ribalta con il suo Porto vincendo la Champions League nel 2004; i tempi del suo Chelsea imbattibile in Premier; i tempi dello storico Triplete che ha cambiato la vita a tutti i tifosi dell’Inter.

Le attenuanti del Mou

In realtà il tecnico di Setubal qualche argomentazione a sua difesa ce l’avrebbe anche. Gli infortuni hanno infatti falcidiato il club di Londra, privandolo del suo uomo di punta, Harry Kane e dell’uomo della provvidenza, il coreano Son. Poi i problemi di Dele Alli, Sissoko, Davies, Fotyh e dell’ultimo arrivato Bergwijn a corollario. Da non trascurare anche la partenza a gennaio di Eriksen, uno degli artefici della cavalcata Champions della scorsa stagione, partito direzione Milano. Così Mourinho dopo l’eliminazione negli ottavi della massima competizione europea contro il Lipsia: “Abbiamo sicuramente dei problemi che non si limitano agli infortuni, ma nessuna squadra del mondo può andare avanti così a lungo come stiamo facendo noi. Abbiamo provato a metterci una pezza per una o due partite, ma non si può fare per 4 mesi. E’ troppo!“.

Mourinho da Special-One a Special-Ino

Se il problema infortuni è rilevante, non può però essere l’unico, come onestamente sottolineato dallo stesso Mourinho in conferenza. Allora c’è forse una questione di fondo: la filosofia calcistica di Mou è ormai desueta e superata. Il suo calcio fatto di distruzione del gioco degli avversari e di fulminee ripartenze è stato recepito dagli altri allenatori, che ora non faticano a trovare le giuste contromosse. Ora il calcio è di chi il gioco lo crea, dei Guardiola e dei Klopp, dei Sarri e degli Zidane. Ma Mourinho ha sempre qualche asso nella manica pronto a giocarsi quando si trova spalle al muro. Per ritornare Special-One e non essere relegato al ruolo di Special-Ino.

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