Qualcuno, in tempi non sospetti, disse: “Vi accorgerete di quanto sia forte e indispensabile Samuel per l’Inter solo quando non ci sarà più.” e quel qualcuno aveva ragione. Perché dei tanti giocatori che negli ultimi anni si sono avvicendati nel suo ruolo forse solo Joao Miranda, seppur con caratteristiche diverse, si avvicina al rendimento che Samuel ha sempre garantito alla retroguardia neroazzurra. Professionista esemplare, difensore “come non ne fanno più”, schivo e taciturno fino a far pensare che dietro ai suoi silenzi si celasse della timidezza. Ma in campo Samuel non era timido, anzi, la sua presenza si sentiva sempre, da parte a lui chiunque si sentiva sicuro (Lucio, Ranocchia e anche Burdisso erano tutt’altri giocatori rispetto a quelli visti in seguito) e indimenticabile è il suo marchio di fabbrica: “La stecca intimidatoria sull’avversario più forte intorno al decimo del primo tempo ®”. Protagonista dell’Inter vincitrice di tutto nella stagione d’oro 2009/10, nei Mondiali di quell’anno fu lasciato in panchina, insieme al proprio compagno di squadra Diego Milito (ma a loro andò meglio che a Cambiasso e Zanetti, lasciati direttamente a casa) dall’allora C.T. Diego Armando Maradona, facendo domandare tutti gli esperti di calcio sull’effettiva pulizia dagli stupefacenti del Pibe de Oro.
Stando a quello che riportano i giornali, Walter Samuel dovrebbe trovare spazio nello staff tecnico di Stefano Pioli, di cui ancora non c’è l’ufficialità ma che si vocifera con insistenza essere il nuovo allenatore dell’Inter, per portare esperienza, carisma e ordine dove adesso, è evidente, regna il caos. Non vinci 10 Derby della Madonnina su 11 giocati per caso e Samuel, condottiero silenzioso, torna sul campo per aiutare la squadra che ha amato di più in Europa, tanto da rifiutare la Sampdoria dopo l’addio (anzi, arrivederci) all’Inter per rispetto ai colori neroazzurri. O al limite picchiare qualcuno durante le partitelle in allenamento, che non guasta mai.
Francesco Sarchi