Il Milan è da tempo alla ricerca dell'attaccante richiesto da Massimiliano Allegri. Nonostante la presenza in rosa di Santiago Gimenez il tecnico toscano vorrebbe infatti un altro attaccante di peso. Per questo motivo, i rossoneri inseguono da tempo Dusan Vlahovic e Rasmus Hojlund. In particolare, nell'ultima settimana gli sforzi del club sembrano essersi concentrati sull'ex Atalanta, ritenuto più accessibile in termini di costo e di formula dell'operazione. Tuttavia, il giocatore prende tempo, non convintissimo all'idea di lasciare il Manchester United.
Le parole di Sacchi su Hojlund
Arrigo Sacchi ha avuto modo di commentare la situazione del danese, nel corso di un'intervista a La Gazzetta dello Sport. L'allenatore ex Milan non ha usato mezze misure, criticando in maniera netta il suo comportamento e "consigliando" i rossoneri sul da farsi: "E allora che lascino perdere questo attaccante e si concentrino su chi ha veramente voglia di indossare la maglia del Diavolo".
"Il Milan si deve amare, non può essere un ripiego. Prima qualità richiesta: l'affidabilità. A seguire, tutto il resto. Ma se non sei affidabile, se non hai il fuoco dentro, se non sei disposto a sacrificarti per il club e per i compagni, meglio che resti a casa".
Poi un giudizio tecnico sul giocatore, altrettanto duro e schietto: "Premessa: non stiamo parlando di Van Basten, nè di uno dei centravanti più forti d'Europa in questo momento. E un discreto giocatore, niente di più. Quindi, mi sembra esagerata questa caccia al suo acquisto. Comunque, siccome c'è penuria di attaccanti, capisco il desiderio dei dirigenti rossoneri di assicurarsene uno. Ma che abbia voglia di venire in Italia, che non faccia i capricci...".
Infine, una riflessione su una scelta apparentemente incomprensibile per un giocatore ai margini del proprio club: "Io non capisco la sua scelta. Se ti chiama il Milan, devi fare la valigia e metterti sul primo aereo diretto a Malpensa. Quello del Milan, nel mondo del calcio, è un nome mitico. Io, a tutti i giocatori che vengono acquistati, farei fare un giro nella sala dei trofei perché capiscano bene dove sono capitati".
"Sono loro a dover ringraziare perché sono stati presi, e non il contrario. Mi sono spiegato? Prima viene la società, poi il calciatore. Certo, anche il Manchester United, per carità, è una squadra leggendaria, però da una parte c'è un club, il Milan, che ti offre il posto fisso, e dall'altra ce n'è uno che fa di tutto per cederti. Tu che cosa sceglieresti?"



