Caressa a Donnarumma: "110 o 140 milioni, ma che ti cambia?"

Fabio Caressa evidenzia il divario economico tra il calcio italiano e i top club stranieri, sostenendo l’importanza della strategia tattica. Critica scelte come quella di Donnarumma verso est, sottolineando l’equilibrio tra ricchezza e felicità e l'importanza di arricchire la propria vita oltre i guadagni economici
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Il calcio italiano si trova in un momento delicato, diviso tra la ricerca di risultati in campo internazionale e la necessità di affrontare sfide economiche sempre più complesse. Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Fabio Caressa ha toccato temi che spaziano dalla competitività delle nostre squadre alla controversa scelta di vita di Gianluigi Donnarumma.

Il divario economico tra il calcio italiano e i giganti stranieri

Fabio Caressa, con la solita schiettezza che lo contraddistingue, ha affrontato uno dei problemi più sentiti degli ultimi anni: il divario economico tra le squadre italiane e i top club stranieri. "La differenza tra le italiane e molti club stranieri c’è e purtroppo continua ad aumentare. Hanno altri budget e questo gap si può colmare solo tatticamente", ha dichiarato. È sotto gli occhi di tutti come la forza economica possa influenzare le dinamiche di mercato e di gioco, eppure Caressa non manca di sottolineare la resilienza nostrana: "Io però ho sempre fiducia nella capacità delle nostre squadre nei momenti più difficili". Un messaggio di speranza che però non può cancellare le difficoltà che il nostro calcio affronta giorno dopo giorno.

Donnarumma e le scelte economiche

Il discorso si sposta poi su Gianluigi Donnarumma, uno dei simboli del talento italiano esportato all'estero. "Io l’ho sempre difeso perché credo sia il più forte portiere del mondo"per poi sottolineare una verità forse scomoda: "Però certe scelte di vita portano anche a un certo percorso di vita. Mi spiego: se fai scelte economiche, come quella di andare al Psg e non rimanere al Milan, lo stesso potranno fare i club che ti hanno acquistato. Da questo punto di vista non possiamo parlare di sentimenti...". Una delle parti più interessanti delle dichiarazioni di Caressa riguarda la percezione della ricchezza personale. "Che poi mi chiedo, nella vita, se in banca hai 110 milioni o 140, ma che ti cambia?

Marco Corsini
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