Il trasferimento di Mateo Retegui all'Al-Qadsiah in Arabia Saudita ha acceso un vivace dibattito anche nei corridoi della FIGC. L'attaccante dell'Atalanta, considerato un perno della Nazionale Italiana, sta per scrivere un nuovo capitolo della sua carriera professionale lontano dal palcoscenico della Serie A, una mossa che solleva dubbi e preoccupazioni sul futuro degli Azzurri.
Il commento del presidente Gravina
Durante un incontro informale al Consiglio federale, il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha espresso il suo rammarico in merito alla partenza di Retegui, definendolo un *calciatore fondamentale* per la Nazionale. "Dispiace perdere dei ragazzi che in questo momento davano un apporto significativo alla maglia azzurra" ha detto Gravina.
Le parole di Graveina riflettono una crescente inquietudine tra i vertici calcistici italiani riguardo l'influenza della globalizzazione sul mercato del calcio. "Questo è l’effetto della globalizzazione, è uno degli aspetti negativi" ha commentato. La capacità economica dei club internazionali, in particolare quelli legati a economie in crescita come quella saudita, pone sfide che sembrano insormontabili alla luce dei tradizionali parametri di mercato.
Il mercato senza frontiere
Il trasferimento di Retegui è solo l'ultimo esempio di una tendenza crescente nel mondo del calcio, dove i giovani talenti si spostano verso nuovi orizzonti attratti da offerte finanziarie irresistibili. "Non riusciamo a fronteggiare o porre paletti nell’economia di mercato: questi sono i principi dell’economia e si rispettano" ha aggiunto Gravina. Nonostante l'amarezza, ha assicurato che la FIGC continuerà a monitorare da vicino le prestazioni di Retegui, anche nella nuova avventura.


