C'era una volta il fair play. Giocatore a terra, palla buttata fuori per permettere l'intervento dello staff medico e poi restituita dagli avversari come "ringraziamento" per il comportamento sportivo: una dinamica che si vede molto frequentemente sui campi di calcio, ormai è diventata quasi una prassi. Ma non è stato così in Levante-Twente, gara dei preliminari di Champions League femminile. Le olandesi, piuttosto che riconsegnare il pallone alle spagnole, si sono involate verso la porta. E con quel gol hanno dato il via alla rimonta (da 2-0 a 3-2).
Champions femminile, Levante-Twente: il mancato fair play
Siamo al 34' di Levante-Twente, le spagnole sono in vantaggio di due reti grazie ai centri di Tomas (al 14') e Redondo (al 20'). Una giocatrice della formazione ospite è a terra dolorante, un'avversaria nelle vicinanze richiama l'attenzione della compagna in possesso di palla e la invita a buttare la sfera in fallo laterale. Detto, fatto: gioco fermo e arbitro che può far entrare in campo lo staff medico. Una volta controllate le sue condizioni, si può riprendere con la rimessa per il Twente, pronto a restituire il pallone al Levante. O almeno così si presume...
Il Twente non restituisce il pallone: lancia l'attaccante in porta e va a segnare
È qui che la classica dinamica di fair play va incontro a un inaspettato rovesciamento. Il Twente effettua la rimessa laterale e lancia lungo, nella zona dove ci sono i difensori del Levante. Ma non solo. In agguato c'è anche Renate Jansen, il capitano delle olandesi, che interviene dal nulla, si impossessa del pallone e calcia in porta: gol, tra l'incredulità delle giocatrici spagnole. E non è nemmeno finita qui. Oltre al danno, la beffa: la rete riaccende il Twente, che dà il via alla rimonta, vince 3-2 e accede ai gironi di Champions. E il Levante? Cornuto e mazziato.