La Champions League si evolve e, con essa, arrivano anche cambiamenti interessanti nel regolamento. Nella seconda stagione della nuova edizione a girone unico da 36 squadre, una delle modifiche più significative, passata forse in sordina, riguarda la scelta su chi giocherà in casa le partite di ritorno della fase a eliminazione diretta.
Si riparte con la Champions
Nel nuovo formato della Champions League (qui tutte le info), come abbiamo imparato, tutto ruota attorno a un unico gruppo di 36 squadre. Come lo scorso anno le otto migliori classificate avranno accesso diretto agli ottavi di finale, mentre le squadre che si posizioneranno dal 9° al 24° posto dovranno affrontare l'incognita playoff, che l''anno scorsofurono la "trappola" per ben tre italiane, Juventus, Milan e Atalanta.
Il fattore casa: l'importanza del piazzamento
Una novità significativa riguarda la scelta di su quale club avrà il diritto di giocare il ritorno in casa durante la seconda fase, quella ad eliminazione diretta. Niente sorteggio, come lo scorso anno, sarà la classifica a decidere. La squadra con il miglior piazzamento potrà contare sul fattore campo per la partita di ritorno, un vantaggio non indifferente.
Un esempio tratto direttamente dalla nuova normativa: l'Inter, con la nuova regola, avrebbe dovuto giocare in Catalogna la seconda sfida contro il Barcellona, non a San Siro. E se una formazione non testa di serie riesce nell'impresa di eliminare una testa di serie, ne eredita il piazzamento e il diritto di ospitare il ritorno. Un bello stimolo per le cosiddette "underdog".