Il momento buio del Napoli si è fatto ancora più fitto dopo la sconfitta subita contro il PSV in Europa. Un risultato che ha messo a nudo le incertezze della squadra guidata da Antonio Conte, sollevando non poche domande sul futuro e sulla capacità di reazione degli azzurri.
Un crollo inatteso
Il giornalista Pasquale Salvione ha descritto la situazione: "Questo non può essere il Napoli di Conte". La frase fotografa il dissesto vissuto dalla squadra. Seconda sconfitta consecutiva, quarta fuori casa, e un totale di 8 partite senza mantenere la porta inviolata. 16 gol subiti che non possono passare inosservati e che rappresentano un calo di solidità e concretezza, caratteristiche da sempre distintive delle squadre allenate da Conte.
Analizzando più a fondo, Salvione suggerisce che la notte di Eindhoven debba necessariamente far riflettere. Non basta puntare il dito contro le assenze, perché "arrendersi come ieri sera nell’ultima mezz’ora di partita è inaccettabile". Ciò che pare mancare è la perseveranza e la capacità di reagire nei momenti di difficoltà, un tratto fino al passato recente tipico delle squadre costruite e dirette da Conte.
Alla ricerca di soluzioni
Non si tratta solo di tattiche o modifiche al modulo, ma anche di un approccio psicologico più vigoroso e determinato. Conte è visto come l'uomo giusto per riportare il Napoli al successo, grazie alla sua esperienza e alla sua capacità nel motivare i giocatori. C'è bisogno di rimettere i pezzi al loro posto, ricostruire la fiducia interna al gruppo e riscoprire quella cazzimma necessaria per affrontare le avversità con un altro piglio.
Le partite perse sono una campanello d'allarme, ma anche un'opportunità per ripensare come affrontare il resto della stagione. Le qualità per uscire dal tunnel ci sono, ma bisogna iniziare a implementare cambiamenti tangibili e vedere queste sconfitte come occasioni di crescita e miglioramento.