A margine della presentazione di Casa Viola, in cui erano presenti anche il Presidente Gravina, il sindaco di Roma Gualtieri e l'assessore allo sport Onorato, Edoardo Bove ha ripercorso questi ultimi mesi da "allenatore" con un occhio al futuro e a quella speranza di tormare a vestire i panni di calciatore. Alla conferenza stampa era presente la redazione di Chiamarsi Bomber che ha avuto modo di raccogliere le dichiarazioni del centrocampista.
Edoardo Bove e la Roma
"Il cammino della Roma?"
"Si si assolutamente meritato per la seconda parte di campionato che ha fatto e mi sento ancora con alcuni compagni".
"Ti hanno detto qualcosa sul futuro allenatore della Roma?"
"No, no, anzi i giocatori sono sempre gli ultimi a saperlo. No, non mi hanno detto nulla".
"Il ritorno emozionante allo Stadio Olimpico. Il tuo rapporto con la Roma, immagino che tu debba tornare"
"Non è cambiato, è il posto in cui sono cresciuto e mi sono fermato, l’ho scritto e l’ho detto. Quello non può cambiare, non so se ci sarà la possibilità di tornare e non so cosa succederà, quindi vedremo. Però mi ha fatto un grandissimo piacere avere un riconoscimento così grande, giochiamo per questo e a maggior ragione per uno che ha giocato per due anni e non ho fatto niente per un omaggio del genere e quindi è stata una grandissima emozione per me".
Il periodo alla Fiorentina come... allenatore
Ci puoi raccontare come l’hai vissuta questi ultimi mesi alla Fiorentina in questo tuo nuovo ruolo, da osservatore interno a esterno, e come hai superato le difficoltà
“Si, è stato un periodo particolare perchè vedevo da un lato il giocatore e dall’altro il rapporto con l’allenatore, stavo un pochino in mezzo e osservare i miei compagni. Da fuori poi si parla in modo facile “passa di qua”... Magari sono stato un pochino cattivo a volte in panchina perché da fuori è facile parlare quindi mi viene anche facile a me farlo però sono contento di come sia andata alla fine perché è stato un anno in cui sono maturato molto".
Ti sei immedesimato un po’ come allenatore dopo aver vissuto i panni di calciatore e hai capito un po’ di più certe cose, certe esigenze, certi anche rimproveri che ti fanno...
"Assolutamente sono due ruoli completamente differenti che ti fa notare alcune sfaccettature e infatti ringrazio i direttori che mi hanno permesso di entrare un pochino di più in questo mondo e rendermi partecipe perché alla fine sono un giocatore io e mi piace esserlo però è stato utile per maturare".
Dopo tanti anni ti piacerebbe fare l’allenatore o magari il dirigente?
"Questa è una bella domanda. Ora come ora l’allenatore lo vedo un pochino…lavora tantissimo. Il giocatore quando torna a casa non pensa al giorno dopo. L’allenatore 24 ore su 24 e c’è proprio tanto lavoro e l'ho detto, spero di fare il giocatore quindi. Però in un futuro vedremo".
La Boreale e l'amico Cobolli
Sulla Boreale che ha fatto recentemente la Serie D con un progetto del genere può arrivare anche nel professionismo?
"L,’ho seguita e ho fatto anche un intervento oggi per dire quanto in realtà il calcio dilettantistico oggi sia così simile a quello dei professionisti perché ci sono delle dinamiche nel calcio, sappiamo tutti per chi ci ha giocato, che sono le stesse. Anzi a livello dilettantistico c’è ancora più passione nel giocare a calcio perché vieni ad allenarti dalle 7 alle 9 dopo il lavoro e arrivi stanco e lo fai perché ti piace veramente farlo. Magari con il campo bello, di mattina con il sole è un pochino più facile poi c’è chi ha la fortuna di poterlo fare e chi continua a divertirsi a livello dilettantistico. Io non so se la Boreale arriverà mai al livello superiore ma è il settore giovanile quello che interessa di più. Anche il presidente mi ha raccontato quanto per lui, a livello di soddisfazione, è vedere me che sono cresciuto nella Boreale arrivare in Serie A. È un riconoscimento per lui".
Due parole su Cobolli?
"Grande grandissimo, Flavio sa tutto. Se lo merita perché è un grande lottatore sta sempre li qualsiasi cosa accada e ci riesce sempre. È una grandissima gioia per me vederlo a questi livelli".