Una partita al cardiopalma, non solo per il risultato ma per tutto ciò che è successo in campo e fuori. La sconfitta del Brasile contro la Bolivia sotto la guida di Carlo Ancelotti non è passata inosservata. Accuse, proteste e polemiche si sono accavallate, portando il tecnico italiano e la federazione verdeoro a denunciare comportamenti scorretti, persino da parte dei raccattapalle.
Ancelotti e la Federazione contro gli arbitri
Non è stata solo la sconfitta a far rumore, ma soprattutto le proteste di Ancelotti. Il tecnico italiano ha manifestato la sua rabbia contro gli arbitri sin dal primo tempo, accusandoli per la gestione del rigore che ha portato al momentaneo vantaggio boliviano: "È stata una partita difficile, un calcio diverso sia a livello fisico che tecnico" ha dichiarato Ancelotti nella conferenza post gara. La gestione della partita è stata fortemente influenzata dalle condizioni avverse dovute all'altitudine, che hanno colpito particolarmente i giocatori brasiliani.
Lo scenario complesso di El Alto
Giocare a El Alto, a 4.100 metri di altitudine, è una sfida per chiunque, e la partita è stata disputata in un clima più che impegnativo. I calciatori sono stati equipaggiati con sacchetti d'ossigeno per far fronte all'aria rarefatta. Ancelotti ha cercato di cambiare le sorti del match con nuove energie, ma neppure l'ingresso di forze fresche ha salvato la squadra. La pressione era ancora più alta considerando che l'incontro poteva assicurare alla Bolivia un posto nei playoff per la qualificazione mondiale.
I raccattapalle e i palloni sostituiti
Oltre alle critiche alla gestione arbitrale, la federazione brasiliana, guidata dal presidente Samir Xaud, ha puntato il dito contro i raccattapalle, accusandoli di sostituire i palloni ufficiali con altri meno gonfi per avvantaggiare i boliviani: "Abbiamo giocato contro 14 avversari" ha protestato Xaud, facendo riferimento agli arbitri e ai raccattapalle, definendolo "un calcio da oratorio" e una "vergogna".