La FIGC ha deciso di ignorare Aurelio De Laurentiis e di trattare comunque con Spalletti nonostante la clausola con il Napoli. La decisione è arrivata dopo che molti club di Serie A hanno protestato con la Federazione perché stava per versare soldi a una diretta concorrente.
La FIGC ignora ADL
La Federazione ha fatto la sua decisione ed è irremovibile: Spalletti deve essere il prossimo CT della Nazionale.
Gravina sa che per riprendersi dalla figuraccia fatta con l'addio di Mancini ha bisogno di un tecnico bravo ed esperto e la scelta è caduta sul toscano che nella scorsa stagione ha vinto il campionato con il Napoli.
L'unico ostacolo della trattativa tra le parti è il terzo incomodo: Aurelio De Laurentiis. In un comunicato, ieri, ha comunicato che si aspetta il pagamento della clausola da circa 3 milioni per liberare il tecnico dal contratto che ancora lo lega al Napoli, per una questione di principio.
Nonostanet ciò, la FIGC non intende pagare la clausola e continua a trattare con Spalletti. Infatti secondo il legali di Gravina, non sussiste in questo caso la concorrenza che fa attivare la clasuola, non essendo la Nazionale avversaria del Napoli in alcun modo.
De Laurentiis è di diverso avviso e non si scosta dalla sua posizione. Se la questione continuerà su questi binari, potrebbe essere necessario uno scontro in tribunale tra le parti.
Il peso dei club di Serie A
Nelle concitate ore che hanno portato la FIGC a valutare la possibilità di pagare quei milioni al Napoli, sono arrivate tante proetste sulla scrivania di Gravina da parte dei club di Serie A.
Il motivo delle proteste è che non ritengono giusto che i soldi della Federazione vadano a un club concorrente e in caso di effettivo pagamento i club sono pronti a prendere vie parlamentari.
Anche questa presa di posizione ha influito sulla scelta della Federazione di continuare con la trattativa nonostante la clausola.
Gravina non vuole inimicarsi ulteriori club con questa vicenda, soprattutto ora che la sua posizione traballa come mai prima d'ora, viste anche le accuse di Mancini e della Nazionale femminile.