La rivalità tra USA e Messico
Nel calcio nordamericano non esiste una rivalità più vissuta che quella tra Messico e Stati Uniti. Due paesi che hanno svariate migliaia di chilometri di confine, molti dei quali divisi da un muro costruito dagli americani per bloccare l'immigrazione. Soprattutto, due popoli che non si amano a vicenda, pur essendo molto uniti, nei geni come nella storia.
Basta pensare a quanto il sud degli Stati Uniti sia a prevalenza ispanica, e quanto i messicani si affidino al turismo, non sempre legale, degli americani che varcano il confine per divertirsi. Se poi ci mettiamo le tratte di droghe, persone, migranti, morti che viene visto sempre più come un problema da entrambi gli stati, si ha una rivalità destinata a scoppiare quando si incontrano, come in questo caso, sul campo.
Mega rissa in campo
Infatti le sfide tra USA e Messico sono sempre molto accese. Da entrambe le parti c'è il desiderio di vincere contro i rivali, vicini e cugini. E l'ultima non ha deluso le aspettative.
La semifinale di Concacaf si è giocata infatti tra di loro ieri ed è stata a dir poco scoppiettante. Non sul livello calcistico, dove gli USA si sono imposti per 3-0 grazie alla doppietta di Pulisic. Ma dopo questa, ovvero dopo il 60', la palla non è stata più la protagonista.
Tutto è iniziato con un bruttissimo fallo di Montes su Balogum: calcio da dietro per fare male, rosso diretto e tensione alle stelle.
5 minuti di rissa in cui McKennie si è trovato con la maglietta a brandelli e con un cartellino rosso davanti.
Il gioco riprende ma dagli spalti viene lanciato di tutto e i giocatori in campo non pensano più a giocare, ma a fare la corrida. Intanto gli Stati Uniti riescono a infilare il terzo gol.
Poi, per una rimessa laterale, ancora mani in faccia e rissa, questa volta tra l'ex Milan Dest e Arteaga. Rosso a entrambi e via, si riparte, con gli USA in finale contro il Canada.
