Belgio-Giappone è teoricamente una partita che non avrebbe senso, una gara ben poco equilibrata che fino a qualche anno fa non poteva che avere un unico vincitore: la nazionale europea ovviamente. Negli ultimi tempi il movimento calcistico giapponese è cresciuto a dismisura, ma è chiaro come la selezione nipponica non possa vantare la qualità di quella belga. E probabilmente sarà così per sempre.
A maggior ragione se quel Belgio, che sarebbe poi arrivato fino alla semifinale perdendo solo per 1-0 contro la Francia futura campione, era costituito dalla cosiddetta Generazione d’Oro: Hazard in prima linea, ma anche De Bruyne, Lukaku, Mertens, Witsel, Courtois, Kompany, Ferreira Carrasco, Januzaj. D’altra parte invece il Giappone si presentava con nomi di ben altro calibro: i più famosi erano Nagatomo dell’Inter, Honda vecchia conoscenza del Milan e Kagawa del Borussia Dortmund.
La gara però, valida per gli ottavi di finale del Mondiale del 2018 in Russia, ha avuto ben altro svolgimento.
Belgio-Giappone 3-2: il racconto del match
La sera del 2 luglio del 2018 il Giappone arriva a toccare il cielo con un dito, per poi però risvegliarsi con una brusca doccia gelata. Sì perché la nazionale nipponica è arrivata a pochi istanti da dove non era mai riuscita, ai quarti di finale di una Coppa del Mondo.
La partenza è ottima per il Giappone, che gestisce palla ed arriva con relativa facilità nella metà campo avversaria. Il Belgio invece fatica a creare occasioni pericolose, mantenendo così in vita gli avversari. Dopo un primo tempo piacevole, si va all’intervallo a reti inviolate.
Nella seconda frazione invece accade un po’ di tutto. Al 48’ il Giappone passa in vantaggio: destro in diagonale perfetto di Haraguchi, che da posizione defilata batte Courtois. E poco dopo i Diavolo Rossi incassano anche il secondo colpo, ancora storditi: al 52’ Inui lascia andare un gran destro dal limite dell’area, regalando un incredibile 2-0 alla propria nazione.
A quel punto i nipponici non possono fare altro che coprirsi ed abbassare il baricentro, mentre il Belgio tenta tutte le carte a propria disposizione. Al 69’ una beffa incredibile: su un pallone che spiove in area, Vertonghen lo colpisce di testa nel tentativo di rimetterlo al centro ma la palla prende una parabola strana, supera il portiere che sbaglia l’uscita e carambola in porta.
Con le distanze dimezzate, i belgi ci credono. Al 74’ Hazard fa una giocata delle sue: si libera di un paio di avversari sulla sinistra e mette in mezzo, dove Fellaini di testa sfodera il suo colpo migliore e pareggia la partita sul 2-2. È però solo nel finale che accade l’incredibile.
Sì perché ormai tutti i tifosi pensano ai tempi supplementari. Non le due squadre in campo. Il Giappone infatti, non ben conscio forse della situazione, si riversa in avanti per un calcio d’angolo, ma commette un errore madornale. È il 94’. Palla sputata fuori dall’area e il Belgio riparte velocissimo in contropiede, trovando incredibilmente tantissimo campo da prendere. Conduce De Bruyne che allarga sulla destra per Meunier, il quale serve al centro di prima dove Lukaku fa il velo e arriva alle spalle Chadli, che non deve fare altro che spingerla in porta.
Delusione incredibile per il Giappone, festa grande per il Belgio! È 3-2 e i quarti di finale dei Mondiali sono conquistati.