Dragovic racconta il suo pazzo anno in Premier al Leicester: birre con i tifosi, pizza e…Jamie Vardy

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La Premier League è la terra dei sogni di qualsiasi calciatore, sia per un fattore economico che per la competitività del campionato inglese. E a quanto pare ci sono tante differenza tra il modo di vivere il calcio in Inghilterra rispetto a quello degli altri paesi europei. È quello che racconta Aleksandar Dragovic, difensore austriaco di origine serba, che al Leicester ha giocato solamente un anno. Ma tanto gli è bastato per notare la clamorosa distanza tra l’ambiente anglosassone e quello tedesco dal quale proveniva.

L’anno a Leicester di Dragovic

Il difensore, attualmente in forza alla Stella Rossa, ha raccontato a SPOX il suo anno al Leicester: “Nel calcio inglese tutto è molto più rilassato rispetto alla Germania, la differenza è enorme. In Bundesliga i calciatori sono trattati come soldati, non puoi neanche sorridere in allenamento. Ma al Leicester ogni seduta era come il primo giorno di ritorno dalle vacanze. Ridevamo, scherzavamo, era tutto molto divertente. Poi, nel momento in cui iniziavano le partite, eravamo tutti concentrati al 100%“.

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Riguardo al compagno di squadra più estroverso che abbia conosciuto in quella stagione con le Foxes Dragovic non ha alcun dubbio: “Jamie Vardy era quello più scherzoso di tutti. Sembrava il coniglietto della Duracell, era sempre a mille. Non è in grado di sedersi e di stare fermo. Ma è stato un piacere trascorrere una stagione assieme a lui“.

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A conferma delle sue parole riguardo il compagno di squadra, il difensore austriaco racconta un aneddoto: “Prima di una partita con il Chelsea siamo andati a Stoccolma tre giorni, senza l’allenatore, ma con l’assenso del club. Abbiamo fatto festa tutto il tempo, una volta siamo andati in giro per la città vestiti in maniera assurda. Jamie entrava nei negozi in costume e spaventava la gente. Un giorno e mezzo dopo il nostro ritorno abbiamo giocato col Chelsea e abbiamo perso ai supplementari. Ma una situazione del genere in Germania non era neanche pensabile“.

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Un anno divertente insomma, ma alquanto scioccante: “Fu un vero e proprio shock culturale. I tifosi a Leicester ci invitavano al pub e noi ci andavamo. Non bevevamo troppo, ma qualche birra non è mai stata un problema. Mi sono chiesto se fosse solo una cosa di Leicester, ma altri compagni di nazionale mi hanno raccontato storie simili. I tifosi parlavano con noi, ci offrivano da bere, non era mai una cosa stressante. E quindi mi sono trovato meglio in Inghilterra che in Germania, penso che ognuno debba avere un po’ di libertà. Se vuoi una pizza o una birra, l’importante è che non abbia effetti negativi su come giochi“.

Un anno che, ascoltando il suo racconto, deve essere rimasto davvero ben impresso nella testa del difensore di origini serbe…

Giulio Piras
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