Festa, birra e stipendio: l’aneddoto di Klopp sul suo arrivo al BVB

calcio22/02/2020 • 12:46
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Jurgen Klopp è sempre stato uno degli allenatori più richiesti. Da cinque anni guida con successo il Liverpool, club con cui ha vinto quasi tutto. Dalla Champions League alla Supercoppa Europea fino ad arrivare alla Coppa del Mondo per club e, tra qualche settimana, potrebbe già conquistare la sua prima Premier League. Ma già in passato il tedesco era super corteggiato. Dopo la su esperienza al Mainz, in seconda divisione tedesca, moltissime squadre hanno offerto al tecnico un contratto. Tra queste anche il Borussia Dortmund, il suo club del cuore. Peccato però che Klopp, al momento della chiamata, non fosse così lucido da poter rispondere.

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L’aneddoto di Klopp sul suo arrivo al Borussia Dortmund

Dopo 18 anni di Mainz, prima come giocatore e successivamente come allenatore, il tedesco sceglie di abbandonare il club. La squadra, nella stagione 2007-2008, non era riuscita ad ottenere la promozione ma, nonostante la delusione di rimanere in seconda divisione, ha scelto comunque di festeggiare. Fiumi di birra e ore piccole, il tutto mentre i club tentavano di mettersi in contatto con Klopp, che naturalmente, come racconta a Sky Sports, non ha risposto. 

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“C’erano sorprendentemente molte squadre che volevano offrirmi un contratto in quel momento, ma non ho parlato con nessuno perché avevo scelto di rimanere al Mainz se arrivava la promozione. L’ultima giornata non siamo stati promossi ma la domenica sera c’è stata comunque una grande festa, una festa di addio diciamo. Quindi eravamo tutti molto allegri. La mattina dopo e ho guardato il mio telefono e mi avevano chiamato 15, 20 club diversi. Ma non ero in grado di pensarci in quel momento. 

La mia squadra del cuore è sempre stata il Borussia Dortmund, per lo stadio, la sua tradizione, ma non sapevo nemmeno se fossero interessati. Ho visto il loro nome nella lista delle chiamate e hanno fatto un’offerta, abbiamo parlato. Un’offerta divertente, volevano pagarmi meno di quanto mi dava il Mainz in seconda divisione. Ovviamente hanno pensato ‘è un manager della seconda divisione, facciamo un’offerta più piccola’. Gli ho spiegato che non era una questione di soldi, che sarei andato comunque, ma ho detto che guadagnavo di più a Mainz. Non ci credevano e gli ho fatto vedere il contratto. Alla fine ho firmato con un’offerta leggermente migliorata”.

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