Roby Baggio: “Vi svelo l’episodio che mi ha allontanato dal calcio”. Poi incensa Dybala

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Ospite speciale del Festival dello Sport a Trento, Roby Baggio ha deliziato i presenti raccontando aneddoti sul suo passato: dal fatidico rigore sbagliato contro il Brasile a Usa ’94, all’esclusione al Mondiale del 2002. Il Divin Codino ha anche raccontato le sue esperienze a Firenze, Milano e a Torino, oltre che alle favole di Bologna e Brescia.

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ROBY BAGGIO E IL SUO RAPPORTO CON LA NAZIONALE

È stato l’attaccante più forte italiano di tutti i tempi (o comunque tra i più forti) ma il suo nome è indissolubilmente legato a quel rigore sbagliato nella finale del Mondiale del 1994: “Non ne ho mai tirato uno così in vita mia – riporta la Gazzetta dello Sport -, forse uno alto, ma non così tanto sopra la traversa. A volte ancora prima di andare a dormire ci ripenso. Un rapporto controverso con la nazionale, che è finito in malo modo quando Trapattoni decise di non portarlo al Mondiale in Corea e Giappone nel 2002: “Per una volta farò la figura del presuntuoso: avrei meritato di essere convocato a quel Mondiale. È stata una delusione profonda, simile a quella di Pasadena, forse anche per questo ora vivo lontano dal calcio. Perché in me c’era tanta voglia di rivincita proprio dopo quel rigore sparato alto”.

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DA FIRENZE A MILANO, PASSANDO PER TORINO…

Nonostante abbia vestito tante maglie, il Divin Codino è sempre stato amato e apprezzato da tutte le tifoserie. Il suo addio da Firenze, venne però visto come un tradimento dalla Fiesole: Io non avrei voluto andarmene, eppure mi sentivo colpevole per quello che stava accadendo. Tanta gente è finita all’ospedale per quegli incidenti. Una magra consolazione è che alla fine questa cosa è uscita. Pontello l’ha ammesso, ma io mi sono portato un peso per tanti anni”. Con la maglia della Juventus alzò il Pallone d’oro nel 1993: “Non me lo aspettavo, pensavo alla squadra, subivamo il grande Milan. Feci tanti gol e il pallone d’oro fu qualcosa in più”. Poi Milan (“Sono stato felice perché ho vinto lo scudetto e ho giocato con tanti campioni“) e Inter (“Fu un grande onore vestire la maglia nerazzurra“). Prima di approdare a Bologna e a Brescia, dove con Mazzone si creò un rapporto speciale:Mi ha insegnato la semplicità, requisito che già avevo in me e forse per questo siamo entrati subito in sintonia”.

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I CAMPIONI DI OGGI

Chiosa finale sui fuoriclasse moderni: “Cristiano Ronaldo, Messi? Tutti fenomeni. Dybala ha qualità incredibili, la Juve con Sarri ha preso un allenatore che a Napoli ha fatto giocare un bel calcio, ma ci vuole tempo. Neymar è divertente, come si fa a non definire fenomeni giocatori così. Mi piacerebbe giocare in questo calcio, quando vedo l’arbitro che tira la linea della barriera… pensate a quanti gol avrei potuto fare…“.

Fabrizio Piepoli
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