Il progetto Superlega va avanti, Bernd Reichart nuovo CEO: “Dialoghiamo per migliorare il calcio”

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La Superlega non tramonta. Nell’aprile dello scorso anno, il calcio europeo è stato travolto dallo tsunami Super League. Dodici club (Juventus, Inter, Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Real Madrid, Barcelona, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham) hanno annunciato di aver deciso di istituire una nuova competizione. Il progetto, però, è crollato in poche ore. I Big Six della Premier League, dopo le proteste dei tifosi, si sono ritirati e sono stati seguiti da Atletico Madrid, Inter e Milan. 

Il progetto Superlega va avanti, Bernd Reichart nuovo CEO

Nonostante l’addio di 9 club, la Superlega ha continuato a operare come entità aziendale, sostenuta dai tre club membri rimasti. Le famose tre società ribelli: Real Madrid, Barcellona e Juventus. A22 Sports Management, società che rappresenta i club della Super League, ha in programma di rilanciare la competizione e, nelle scorse ore, ha nominato un nuovo amministratore delegato: Bernd Reichart. Il tedesco è stato incaricato di aprire un “dialogo attivo ed esteso”, con l’obiettivo finale di creare un nuovo “modello sportivo sostenibile” per il calcio europeo.

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Reichart, in un’intervista al Financial Times, ha spiegato che anche i tifosi ameranno la nuova competizione: “Vogliamo raggiungere le parti interessate della comunità calcistica europea e ampliare questa visione. Anche i fan proveranno molta simpatia per l’idea. È una tabula rasa. Il formato non sarà mai un ostacolo”.

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Il progetto potrebbe decollare nella stagione 2024-25

Nonostante la feroce opposizione del mondo e le barriere legali ancora da superare, Reichart è convinto che la Super League possa risorgere nella stagione 2024/25: “Il calcio europeo sta perdendo il suo ruolo di primo piano negli sport mondiali e i club sono in ritardo in termini di opportunità – ha detto il CEO a Reuters – Il sistema è diventato abbastanza instabile, non è più autosufficiente. Penso che i club dovrebbero essere in grado di decidere il proprio destino, poiché si assumono anche tutti i rischi finanziari. La maggior parte dei club concorda sul fatto che non può andare avanti così”.

Alessandra Cangialosi
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