Accusa shock dell'avvocato dei tifosi del Napoli: "Marchiati con un numero!"

Tifosi del Napoli sono stati fermati e trattenuti ad Eindhoven prima del match di Champions League contro il PSV, suscitando polemiche per presunta violazione dei diritti. L'avvocato Emilio Coppola denuncia il trattamento subito come abuso, sollevando interrogativi sul bilanciamento tra ordine pubblico e libertà personali nel calcio
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Sta facendo discutere la vicenda dei tifosi del Napoli fermati ad Eindhoven, alla vigilia del match di Champions League contro il PSV. Emilio Coppola, avvocato dei sostenitori partenopei, ha denunciato quella che definisce una violazione dei diritti di chi aveva solo voglia di tifare per la propria squadra, parlando di una vera e propria restrizione delle libertà personali senza giustificazioni concrete.

Il fermo dei tifosi napoletani

L’avvocato Emilio Coppola ha rivelato all'Ansa che ai tifosi fermati è stata consegnata una sorta di “foglio di via” che, inevitabilmente, ha portato all’annullamento dei biglietti per lo stadio. Coppola aggiunge: “Uno dei giovani fermati mi ha spiegato che sono stati marchiati con un numero sulla mano e tenuti tutta la notte in stazione di polizia”. Un’immagine che riporta a standard di trattamento sicuramente poco rispettosi per i diritti dei cittadini europei.

La gestione dell'ordine pubblico

Secondo quanto riportato, il fermo sarebbe avvenuto in un parcheggio nei pressi del centro di Eindhoven, dove i tifosi azzurri erano stati individuati e identificati. Successivamente, gli stessi sono stati condotti in Questura per essere schedati e foto segnalati. Questa procedura, associata al divieto del Sindaco di Eindhoven di formare raggruppamenti, ha portato all’allontanamento dei tifosi dal Comune per 24 ore, insieme all’annullamento dei biglietti.

Un clima di tensione

L’avvocato Coppola descrive un clima tesissimo nella città olandese, con i tifosi napoletani fermati e identificati senza particolari motivi: “È normale trattare in questo modo dei cittadini facenti parte dell’area Schengen? Credo assolutamente di no”. L’accusa è quindi quella di un abuso vero e proprio, con un appello rivolto alle autorità competenti a intervenire per garantire i diritti dei propri concittadini anche all’estero.

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