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Kings League, Berra: “Maignan mi ha fatto i complimenti di persona. Il giocatore che mi ha sorpreso di più? Colombo”

Questa la nostra esclusiva a Lorenzo Berra: giovane attaccante classe 2003 che milita in Kings League con gli Zebras, è l’unico finora ad aver giocato anche con squadre di Spagna e Francia
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M. Maignan
#16MilanPortiere
Serie A
Stagione 2024/2025

11

Clean Sheets

38

Goal Subiti

35

Partite giocate

71,85%

% Parate

92,22%

% Passaggi riusciti

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare in esclusiva Lorenzo Berra, giovane attaccante classe 2003 che si è fatto conoscere nel panorama calcistico nazionale in questi ultimi mesi per quanto fatto nella Kings League Italia.

 

Il ragazzo gioca con gli Zebras di Luca Campolunghi, con cui peraltro ha già realizzato la bellezza di 23 gol in 11 partite, ma recentemente ha avuto anche l’opportunità di andare in prestito temporaneo nelle leghe di Spagna e Francia. È finora l’unico giocatore ad esserci riuscito.

 

Queste le sue parole ai microfoni di “Chiamarsibomber.com”.

 

Ciao Lorenzo, raccontaci il tuo percorso calcistico tra giovanili e Serie D

“Ho iniziato da piccolino in oratorio divertendomi con gli amici, poi pian piano sono riuscito a crescere un pochino. Sono entrato alla Masseroni, una squadra regionale con cui ho giocato per tanti anni. Poi ho raggiunto la Primavera con due squadre professionistiche, Como e Lecco; al Lecco ho fatto bene e mi hanno confermato in Prima Squadra, dove sono rimasto per 6 mesi prima di scendere in Serie D al Varese. Qui però ho subìto un infortunio abbastanza grave che mi ha costretto a rimanere ai box per tanto tempo, sono rientrato con l’Arconatese. Quest’anno invece ero al Sedriano in Eccellenza. Poi quando è iniziato il progetto della Kings League mi ci sono subito buttato”.

 

 

Come è arrivata la chiamata dalla Kings League e perché hai scelto di accettare questa esperienza?

“Avevo già visto qualcosa in passato, essendo i presidenti molto conosciuti nel mondo del calcio. L’anno scorso mi ero anche candidato per il Mondiale in Messico con l’Italia. I provini erano anche andati molto bene, poi però come spesso mi è successo mi sono infortunato subito prima di cominciare gli allenamenti e non sono potuto partire. Forse avrei potuto far parte di quella squadra. Quindi da lì ho sempre seguito questa cosa, poi da quando hanno aperto anche in Italia mi ci sono fiondato e sta andando molto bene”.

 

 

Com'è il mondo della Kings League? Quali sono le principali differenze con il calcio a 11, sia a livello sportivo che organizzativo?

“Per me la Kings League è un progetto incredibile! La differenza principale con il calcio a 11 che ho vissuto io è l’aspetto mediatico, quindi abituarsi alla pressione e ad un certo tipo di ambiente che implica anche dei giudizi perché sei sotto l’occhio di tutti. Tecnicamente invece, cambiano le dimensioni del campo e le regole tanto particolari della Kings League. Riuscire a trasportare nel campo a 7 quello che si è imparato nel calcio ad 11 non è semplice, ma poi diventa un gioco davvero molto divertente”.

 

 

Qual è il giocatore che ti ha sorpreso di più fin qui considerando l'intera lega?

“Perrotti, Loiodice e Fran Hernandez sono giocatori fortissimi, però io dico Colombo! Gli altri infatti erano già giocatori conosciuti in Serie D quindi sapevo del loro valore, mentre Colombo l’ho scoperto qui e mi ha davvero impressionato: sta facendo benissimo, è un ragazzo dal cuore d’oro e credo che questo sia davvero il suo gioco. È il giocatore che sposta di più gli equilibri in questa competizione”.

 

 

Com'è il tuo rapporto con il presidente Luca Campolunghi?

“Ho sempre seguito Luca sui social perché tratta di diversi sport che mi interessano. È sia un grande presidente che una grande persona. È riuscito a mettere a disposizione tutto quello che serve per fare bene, dallo staff completo ai campi. Inoltre il fatto che abbia la nostra età facilita i rapporti: è diventato un amico per tutti”.

 

 

Recentemente hai avuto l'opportunità di giocare nella Kings League in Spagna e Francia: che esperienza è stata?

“Sono state due esperienze molto diverse e non solo da un punto di vista del gioco. Per vari motivi, in Spagna sono riuscito a fare le cose solo in giornata: ho preso l’aereo, ho giocato (anche se meno di quello che speravo) e sono subito tornato indietro perché lunedì avevo un’altra partita. È però stata chiaramente un’esperienza incredibile, anche perché era la prima ed ero molto emozionato. In Spagna l’organizzazione è al top, la Kings spagnola ha un passo in più secondo me.

 

In Francia invece sono riuscito a godermela un pochino di più. Ho trascorso lì qualche giorno in più quindi ho avuto modo di conoscere i ragazzi prima delle partite, fare qualche allenamento e conoscere il loro tipo di gioco. Nella prima partita mi sono dovuto un po’ ambientare, mentre invece nella seconda sono riuscito a dare un contributo più concreto segnando una doppietta. È stata un’esperienza formante e gioiosa”.

 

 

Com'è stato segnare una doppietta sotto gli occhi di Tchouameni, Koundé e Maignan? Ti hanno detto qualcosa a fine partita?

“Quando giochi chiaramente non ci pensi, vuoi solo fare bene e fare gol. Poi quando ti rendi conto che c’è gente di quel calibro a vederti sicuramente fa molto piacere. Maignan in particolare è venuto a farmi i complimenti in prima persona e per questo lo ringrazio tanto per le sue belle parole”.

 

 

Che differenze ci sono tra la Kings League Italia e quelle di Spagna e Francia?

“Secondo me la Kings spagnola è una cosa a parte, anche perché è avviata da 3 anni. Ogni anno si sono migliorati e per ora propongono la cosa giusta, mentre invece in Italia e Francia è ancora un progetto più ‘sperimentale’. Qui ci sono alcuni aspetti da migliorare da un punto di vista organizzativo, per il resto anche noi stiamo andando comunque molto forte.

 

Il livello dei giocatori? È lo stesso! Anche qui abbiamo una qualità importante, io ho visto più che altro una differenza in termini di intensità e di organizzazione di gioco. Quando noi in Italia riusciremo a capire come si gioca davvero questa competizione, allora potremo davvero essere competitivi contro chiunque”.

 

 

Pensi che continuerai il percorso nel mondo della Kings League anche l'anno prossimo?

“Sì, il mio progetto è quello di continuare a giocare in Kings League. Però bisogna anche capire cosa proporrà, perché al momento ci sono ancora dei limiti nel regolamento. Una volta migliorati alcuni aspetti extra-campo, sono convinto che molti altri ragazzi ne vorranno far parte”.

 

 

Dove ti vedi tra 5 anni?

“Bella domanda! Io penso che la Kings League possa diventare il nuovo calcio, quindi devo pensarci. La mia idea è sempre stata quella di fare le cose per bene: essere a metà servizio da una parte e dall’altra non mi è mai piaciuto, ed è il motivo per cui a gennaio ho scelto di puntare solo sulla Kings League. Però più avanti chi lo sa, non mi precludo nulla: magari giocherò solo a 11 o magari entrambi, non si può mai sapere nella vita”.

 

 

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“Bello, non l’avevo mai fatto. Finalmente è arrivato il mio momento. Vado col modulo 2-3-1.

 

Allora, già col portiere sono in difficoltà. Il nostro Iuliano è davvero fortissimo, ma secondo me non ha ancora dimostrato tutto il suo valore. Avrei premiato Casapieri quando c’era, ma ad oggi ti dico Bressan. È quello che sposta più gli equilibri.

 

In difesa secondo me i migliori sono Tarasco e Sberna. A centrocampo mi prendo sempre Conte, a destra Perrotti e a sinistra uno tra Colombo e Loiodice. Dai vado con Colombo! Mi dispiace per Loiodice perché è devastante, ma devo fare delle scelte.

 

Davanti invece…dai prendo Caputo. Ero in dubbio con Berra sinceramente, ma Ciccio è sempre Ciccio. Questa è la mia Top7!”.

 

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Tags :Italia

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