Non c'è pace per Dani Alves. Dopo un recente verdetto del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), il giocatore si trova al centro di un'altra bufera legale. Il TAS ha infatti confermato la validità del licenziamento per giusta causa da parte del suo ex club, il Pumas, e ha ordinato all'ex stella del Barcellona di pagare un cospicuo risarcimento alla società messicana. Un nuovo capitolo in una vicenda che sembra lontana dal concludersi.
Il verdetto del TAS
Il 1° settembre 2025 è stato notificato al Club Universidad Nacional, AC, più comunemente conosciuto come Pumas, il lodo arbitrale del TAS riguardo la controversia contrattuale con Daniel Alves Da Silva. L'arbitrato non solo ha confermato la validità del licenziamento, ma ha anche ordinato a Dani Alves di pagare una somma di risarcimento superiore a quella stabilita dalla FIFA. Il Pumas potrà quindi ricevere un indennizzo maggiore per i danni subiti, come si evince dal comunicato ufficiale del club.
I retroscena del licenziamento
Il Pumas aveva rescisso il contratto di Dani Alves nel gennaio 2023, quando il giocatore era stato arrestato per accuse di violenza nei confronti di una donna a Barcellona. Una clausola del contratto stipulata con il giocatore permetteva alla società messicana di chiedere un risarcimento in caso di "violazioni molto gravi". Questo è precisamente ciò che è accaduto: il club ha fatto fede al contratto per chiedere 5 milioni di dollari di risarcimento.
Il ruolo delle clausole contrattuali
Nel dettaglio, il contratto di Dani Alves prevedeva che, in caso di determinate violazioni, il giocatore fosse "irremediabilmente obbligato a rimborsare la società." Le clausole quattordicesima e quindicesima del contratto parlano chiaro, e la decisione del TAS ha rafforzato questa posizione. Il risarcimento di 5 milioni di dollari è quindi il frutto di queste specifiche condizioni contrattuali.