Adriano confessa: "Ecco perché ho lasciato l'Inter. Che strano essere chiamato Imperatore"

Le origini, il soprannome Imperatore e l'addio all'Inter: di questo e non solo ha parlato Adriano ai microfoni di Dazn
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Nel corso dell'intervista rilasciata a DAZN in 'Família – Vita di un Imperatore', Adriano Leite Ribeiro ha ripercorso parte della sua carriera svelando le ragioni dell'addio all'Inter.

Adriano: "Strano essere chiamato Imperatore"

"Mi ha fatto strano essere chiamato Imperatore - ha riferito Adriano - Vengo da una favela e dopo qualche anno sono stato chiamato Imperatore. È chiaro che questo ti fa pensare, ma se Dio ha voluto questo non c’è niente da fare. Il calcio serve nelle Favelas, lì la vita è difficile. I bambini sono abituati a vedere le persone con la pistola o con il fucile. Lo sport è importante per loro, per cercare di pensare ad altro". 

Adriano e l'addio all'Inter

Il ritorno a casa e l’addio all’Inter: "Sono andato via e per tornare in Brasile perché mi mancava la mia famiglia. Dopo la morte di mio padre non avevo più la testa per poter giocare all’Inter. È un momento che mi ha ferito tanto, ho scelto di tornare in Brasile perché non avevo più la testa e, così, avrei danneggiato la squadra e i miei compagni. Mio padre ha sempre fatto tutto per la mia famiglia e non c’era più. Come uomo, dovevo aiutare i miei familiari perché loro avevano bisogno di me".

 

Quindi, sui problemi personali: "Le persone non capiscono cosa sia la depressione, sembravo uguale e tutti, ma non era così. Ognuno ha il suo modo di gestire questa cosa, io ho avuto il mio. Ho fatto quello che sentivo nel cuore e nella testa. Non mi interessa di quello che pensa la gente, i mei amici e la mia famiglia erano con me in questa scelta".

Stefano Ferrera
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