Comolli rivoluziona la Juventus: "Vi spiego la mia filosofia e come lavoro"

Il nuovo amministratore delegato bianconero si è raccontato nel corso di Hudl Performance Insight 2025
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Damien Comolli si è "presentato" alla Juventus con un manifesto programmatico tanto lineare quanto rivoluzionario. Nella sua prima uscita pubblica da amministratore delegato bianconero, durante la conferenza londinese Hudl Performance Insights 2025, ha illustrato una visione che cambia radicalmente i paradigmi del club: centralità assoluta dei dati, costruzione di una cultura condivisa e un nuovo modo di scegliere e valutare gli allenatori.

La cultura del club e l'utilizzo dei dati

La convinzione di Comolli è che un club vincente non possa esistere senza una struttura culturale solida. Non un concetto astratto o un moto d’orgoglio, ma un sistema di valori e comportamenti radicato in tutte le componenti societarie. Per questo, nelle sue prime ore da ad bianconero, ha iniziato a lavorare su uno dei punti per lui fondamentali: la definizione identitaria del club. Per il dirigente francese “la cultura si costruisce dal basso verso l’alto e ogni membro dell’organizzazione contribuisce a determinarla". 

 

Il secondo pilastro è l’uso dei dati, che per Comolli non rappresentano uno strumento integrativo, ma la grammatica con cui si governa un club moderno. Nella sua esperienza al Tolosa aveva orientato con successo il lavoro quotidiano attraverso le analisi numeriche e ora intende replicare quel modello a Torino. "I dati guidano la scelta dei giocatori, dei calci piazzati, della prevenzione degli infortuni e molto altro”. Affinché questo funzioni, però, è necessario un allineamento totale tra management e area tecnica, una condizione che lui ritiene imprescindibile.

Juventus, Comolli pone le basi per il cambiamento
Juventus, Comolli pone le basi per il cambiamento

La scelta dell'allenatore e lo scouting

Ed è qui che si inserisce la sua filosofia nel reclutamento degli allenatori. I colloqui, racconta, non sono vetrine di buone intenzioni, ma atti di chiarezza. Per evitare deviazioni future, Comolli ha introdotto un passaggio vincolante: “Ora inserisco quelle frasi nel contratto, per ricordare agli allenatori ciò che avevano detto”. L’obiettivo è garantire coerenza tra le promesse iniziali e il lavoro quotidiano. Se un tecnico non accetta i processi della società, la collaborazione non può nemmeno iniziare.

 

Questo approccio rigoroso si estende anche allo scouting, dove Comolli valorizza la personalità dei giocatori attraverso indicatori numerici. Non è solo una questione di tecnica: la ripetitività delle scelte corrette, il desiderio di incidere, la gestione dei momenti complessi sono elementi che i dati possono rivelare con sorprendente precisione. "Arsène Wenger mi diceva 'sono sempre gli stessi che fanno il passaggio giusto e gli stessi che segnano'. Aveva ragione".

 

Nella sua idea, la Juventus del futuro dovrà dunque diventare un organismo in cui ogni decisione – dal settore giovanile alla prima squadra – nasce da una sintesi di cultura e analisi scietifica. Comolli non promette rivoluzioni fragorose, ma un cambiamento profondo del metodo, capace di trasformare la società dall’interno. 

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