Tre gol subiti, una sola conclusione degna di nota nel recupero, e una Nazionale che non ha mai dato l’impressione di essere davvero in partita. L’Italia affonda a Oslo sotto i colpi di Sorloth, Nusa e Haaland, mentre la Norvegia si prende la scena con un primo tempo chirurgico: quattro tiri in porta, tre reti, e dominio assoluto. Un 3-0 netto che scatena il malcontento dei tifosi e riaccende un dibattito che sembrava essere sopito: Luciano Spalletti è davvero l’uomo giusto per questa panchina? Il malcontento esplode in tempo reale. Prima ancora che l’arbitro fischi la fine, sui social prende piede l’hashtag #SpallettiOut e nelle retrovie torna a circolare un nome che, per molti, rappresenta ancora un grido di speranza: Roberto Mancini.
"Mi sono pentito..."
L’ex ct Azzurro, proprio mentre nella giornata in cui l’Italia cade in Norvegia, è ospite al “The Coach Experience” di Rimini, davanti a una platea di oltre 500 allenatori: “La panchina manca, ma fa parte del lavoro. Futuro? Il calcio è strano, vediamo nelle prossime settimane cosa succede. Per l’Italia credo sia importante partire col piede giusto”.
E ancora, senza giri di parole: “Tornassi indietro non darei l’addio alla Nazionale, mi sono pentito: ci sono state incomprensioni, se avessi parlato di più col presidente tutto sarebbe andato avanti. È stato un mio errore”.
Un’ammissione chiara, che apre a scenari fino a ieri improbabili: “Allenare la Nazionale è la cosa più bella che ci possa essere, vincere con la Nazionale ancor di più”. Un ritorno oggi non è ufficialmente sul tavolo, ma nemmeno così utopico. Anche perché le tensioni tra Spalletti e alcuni protagonisti, come Acerbi, non sembrano essersi placate. E su questo, Mancini taglia corto: “Ma io dico: ci saranno cose più importanti, no?”.