Lotito contro lo sciopero del tifo: “Strumentale e basato su un falso. Non accetto intimidazioni”

Il presidente biancoceleste ha risposto ad alcune accuse rivoltegli dai tifosi
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La serata dell’Olimpico per Lazio-Lecce è stata segnata da un’assenza tanto evidente quanto rumorosa: quella Curva Nord. Uno sciopero del tifo organizzato, annunciato già nei giorni precedenti, che ha coinvolto anche altri settori dello stadio lasciando gli spalti insolitamente spogli. Una protesta nata – secondo quanto dichiarato dagli ultras – dopo quanto accaduto il 3 novembre, in occasione della gara contro il Cagliari, quando non sarebbe stata consentita la presenza in campo di Giulia, nipote di Vincenzo Paparelli, durante la tradizionale commemorazione dedicata al tifoso biancoceleste ucciso nel derby del 1979.

Lotito risponde all'accusa dei tifosi

L’accusa, circolata con insistenza sui social e negli ambienti del tifo organizzato, sostiene che la società avrebbe impedito alla famiglia Paparelli di prendere parte alla cerimonia. Una ricostruzione che il presidente Claudio Lotito respinge in maniera categorica. Il numero uno biancoceleste, infatti, ha parlato di un clima volutamente avvelenato da chi vuole utilizzare la vicenda come arma di pressione nei confronti della società.

 

"Questo sciopero è stato costruito su un presupposto totalmente falso, dicendo che abbiamo impedito alla nipote di Paparelli di scendere in campo", ha dichiarato Lotito, spiegando la sua versione dei fatti. Il presidente della Lazio ha poi aggiunto: "Il vero problema è che quattro rappresentanti della tifoseria volevano accompagnarla e abbiamo ritenuto non fosse opportuno dargli l’ok. La famiglia di Paparelli è stata rispettata, onorata e accolta con tutti gli onori nella tribuna autorità, come concordato".

 

Parole dure, che confermano un rapporto teso tra una parte della tifoseria organizzata e la proprietà. Lotito non si è fermato qui, definendo la protesta una manovra di pressione impropria: "Questa è una strumentalizzazione per rivendicare un ruolo che non esiste nel rapporto tra società e tifoso. I tifosi devono fare i tifosi e rispettare la società".

Lazio, la tensione tra Lotito e i tifosi resta alta
Lazio, la tensione tra Lotito e i tifosi resta alta

La tensione resta alta

Il presidente della Lazio ha poi rilanciato il concetto, affermando di non voler cedere a quello che considera un tentativo di condizionamento: "Se le persone usano questi mezzi per coartare la volontà di qualcuno, io questo lo combatterò sempre e non accetto intimidazioni". Lotito ha anche evocato possibili rilievi giudiziari: "Certi comportamenti alla fine usciranno e si vedrà quelli che sono comportamenti non patologici e quelli che sono da Codice penale. Impedire alla gente di vedere la Lazio vuol dire che quelli che lo fanno non sono tifosi, ma gente che usa la Lazio per propri fini".

 

Nei giorni scorsi non era mancato un tentativo di ricucire lo strappo, ma la frattura si è rivelata più profonda del previsto. La protesta, alimentata anche dal malcontento per la stagione ben al di sotto delle aspettative, è quindi proseguita fino alla decisione di non entrare allo stadio, con i gruppi organizzati che si sono radunati a Ponte Milvio, storico punto di ritrovo della tifoseria laziale.

 

La tensione resta alta e il fronte tra società e curva sembra ora più distante che mai. Resta da capire se le prossime settimane porteranno un avvicinamento o se lo strappo continuerà ad allargarsi, influenzando umori, clima e sostegno alla squadra.

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