La notizia della partita tra Milan e Como a Perth ha sollevato un polverone di discussioni nei mesi scorsi, non solo tra i tifosi rossoneri, ma anche tra gli appassionati di calcio di tutto il mondo. Paolo Scaroni, presidente rossonero, ha dichiarato che l'eventuale trasferta in Australia non sarebbe motivata da ragioni economiche, ma piuttosto da un'ambizione importante: quella di spingere la Serie A oltre i confini italiani.
Un obiettivo strategico
Nelle sue dichiarazioni, Scaroni è stato chiaro: "Non è che andiamo, ammesso che ci andiamo, a Perth per ragioni economiche". Il presidente del Milan ha spiegato che l'utile derivante da questa operazione sarebbe davvero minimo, di solo qualche milione. Un importo che non influenzerebbe in modo significativo il bilancio rossonero. L'intento, ha sottolineato, è quello di internazionalizzare la Serie A.
La questione dei diritti tv
Scaroni ha toccato un nervo scoperto del calcio italiano: "Se mi chiede qual è il problema numero uno della Serie A dico che è la vendita dei diritti tv fuori dall'Italia". Attualmente, infatti, i diritti della Serie A vengono venduti per soli 200 milioni, mentre la Premier League riesce ad incassare ben 2 miliardi. È chiaro che, per chiudere questo gap, servono operazioni mirate. Giocare a Perth potrebbe essere un primo passo in questa direzione.
Un fattore chiave
L'idea di portare una partita del Milan a Perth non è casuale. La città australiana vanta una significativa comunità di italo-australiani, una base di tifosi che potrebbe ampliare il bacino di utenza rossonero nel continente. "Pensiamo che possa promuovere il Milan in Australia", ha aggiunto Scaroni, evidenziando come una simile iniziativa potrebbe giovare non solo al club, ma all'intero movimento calcistico italiano.


