Spalletti si toglie qualche sassolino dalla scarpa: le sue parole sulla Nazionale alla vigilia di Fiorentina-Juventus

L'allenatore della Juventus è voluto tornare sulla sua esperienza in Azzurro, chiusa con grande rammarico
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Nella conferenza stampa che precede Fiorentina-Juventus, Luciano Spalletti è tornato improvvisamente a essere l’ex Commissario tecnico della Nazionale più che l’attuale allenatore della Juventus. Una domanda, posta quasi in chiusura, riapre una ferita che evidentemente non si è mai del tutto rimarginata. Il giornalista sottolinea come i recenti risultati dell’Italia dimostrino che il problema non era lui, né tantomeno Gattuso, né qualunque altro Ct. Una constatazione che risuona come un'assoluzione dopo mesi di critiche, polemiche e, soprattutto, un addio gestito in modo doloroso.

Spalletti torna sul suo esonero da Ct

Spalletti ascolta, prende qualche secondo, e poi risponde con parole che hanno il sapore di un sassolino tolto dalla scarpa:
“Non è il problema di cosa mi hanno detto. Mi sono versato più olio bollente addosso di quello che mi hanno voluto attribuire”.
Una frase che dice molto più di quanto sembri. L’ex Ct non vuole tornare su quanto accaduto, lo ripete, ma è evidente come il suo mandato sia stato accompagnato da pressioni, aspettative e responsabilità non sempre condivise a dovere. E soprattutto, da una solitudine comunicativa che ancora brucia: Spalletti venne lasciato solo ad annunciare il suo esonero, un epilogo ai limiti dell'imbarazzo.

 

Nel suo intervento, pur con la diplomazia che il ruolo di allenatore della Juventus gli impone, Spalletti chiarisce un punto: le difficoltà della Nazionale non appartengono a un singolo Ct, ma a un sistema con evidenti limiti strutturali. Il pesantissimo 3-0 subito in Norvegia e le quattro reti incassate dall’Italia a San Siro sono stati il sintomo di un problema più grande, non la causa. E oggi - è questo il passaggio cruciale delle sue dichiarazioni - “tutti se ne sono resi conto”. Una verità che lui aveva intuito già durante la sua gestione, quando lo spareggio sembrava più un destino inevitabile che un incidente di percorso.

Tutta la stima di Spalletti nei confronti dei giocatori dell'Italia
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Eppure, nella stessa risposta, affiora anche un altro Spalletti: quello che tiene ai giocatori, che li difende, che rifiuta lo scaricabarile. Cita Tonali, Donnarumma, Bastoni, Calafiori, Di Lorenzo, Dimarco: “tanta roba da mettere sul piatto”, dice. E non manca poi un pensiero affettuoso per Gattuso: “Gli voglio bene”, precisa, per evitare che le sue parole vengano piegate in direzioni sbagliate.

 

Al netto delle situazioni passate, Spalletti si schiera apertamente dalla parte della Nazionale e si dice pronto, da tecnico della Juventus, a fare la sua parte qualora servisse un aiuto per agevolare il cammino verso i Mondiali. Un gesto di rispetto, ma anche di appartenenza, nonostante il trattamento ricevuto. In ultimo, l’ex Ct chiude con una sensazione che somiglia più che altro a un auspicio: “Credo che l’Italia ce la farà a qualificarsi, anche se le difficoltà ci sono".

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