Francesco Totti riapre il libro dei ricordi e non lesina confidenze, dalle esperienze personali alle frasi che rivelano retroscena che sembrano uscire da una sceneggiatura. Ospite al format Prime Sport condotto dall’amico Luca Toni, 'Er Pupone' non si fa problemi a dire la sua su allenatori, corteggiamenti calcistici e momenti cruciali della sua carriera. Immergiamoci nei mondi nascosti raccontati dal Capitano che non è solo un uomo di campo, ma un simbolo di Roma e romanità.
La corte di Braida e il Milan
“A casa mia si tifava Roma, solo nonna e nonno erano un po' della Lazio”, rivela Totti parlando dei suoi inizi. Il giovane talento romano stava già attirando attenzioni importanti, con il Milan che si fece avanti quando il giovane Francesco aveva solo 12 anni. “Braida venne a casa mia e offrì 160 milioni di lire, ma mia madre non ne voleva sapere di trasferirmi, e così rimasi a Roma”. Un'innata fedeltà alla maglia che ha incarnato per tutta la carriera.
Gli anni d'oro e un amaro addio
Totti racconta del suo rapporto con Giannini, “un Dio per me, e poi ci ho giocato insieme”, e di Mazzone, “il mio secondo papà”. Non mancano anche i ricordi meno piacevoli, soprattutto quando si parla del suo ritiro. "Spalletti nel 2016 arrivò alla Roma per farmi smettere", afferma Totti, che tuttavia sottolinea che fu la società a dirgli che era giunto il momento di abbandonare la carriera da giocatore. La Roma l’ha lasciato con una ferita mai completamente rimarginata.
Vecchi rancori
Il rapporto con Spalletti è un capitolo a parte, “Con lui ogni volta c’erano problemi, non era lo stesso del 2005”, ricorda Totti riguardo l’allenatore che ha incontrato due volte nella sua vita calcistica, in situazioni ben diverse. Quel 2016 lo ha segnato profondamente, “Per tre settimane ho pianto ogni giorno dopo aver smesso, rileggevo in bagno la lettera d’addio”.
Gli episodi controversi
Non solo nostalgia e addii, ma anche episodi controversi come il calcio a Balotelli e lo sputo a Poulsen. Il primo è uno dei momenti clou del derby romano-modense: “Mario era giovane, arrogante e presuntuoso. Era qualcosa che covavo”, spiega Totti con una sincerità disarmante. Sullo sputo, invece, resta il rimpianto: “È un gesto di cui mi vergogno profondamente”, dichiara.
Il presente e il futuro giallorosso
Nel presente, la figura di Ranieri occupa un posto speciale nei ricordi. “Ranieri è l’unico che può spiegare ai giocatori il valore di questa maglia, ma da quando è arrivato non l’ho mai sentito”. Infine, una considerazione su un eventuale rapporto con Gasperini: “Sono sicuro che mi sarei trovato bene con lui”. Ma, come sempre, la Roma e la sua gente restano il punto fermo, “Ora? E chi je la fa…”, conclude un Capitano che, ancora oggi, è un mito.