“Mi piacciono i maiali. I cani ci guardano dal basso. I gatti ci guardano dall’alto. I maiali ci trattano da loro pari”. Sir Winston Churchill evidentemente non aveva tutti i torti: con i maiali, tutto sommato, si può “ragionare”, un po’ siamo fratelli. Anche Albin Ekdal e Giorgio Chiellini fratelli, ovviamente non di sangue, lo sono stati, per un periodo, dato che entrambi condividevano lo spogliatoio della Juventus. Le carriere poi si sono divise e hanno scritto storie diverse: per Chiellini di trionfi e vittorie, per Ekdal di poche soddisfazioni immerse nella generale mediocrità.
Oggi si è palesato il secondo highlight della carriera del centrocampista svedese, dopo la famosa tripletta a San Siro contro l’Inter: le dichiarazioni sull’ex compagno sanno di guanto di sfida: “E’ un uomo eccezionale ma in campo diventa un maiale: appena lo toccano si tuffa, tipico atteggiamento italiano”, la sintesi del suo illuminato intervento. E, a costo di essere inizialmente fraintesi, affermiamo che mai parole furono più azzeccate, perché proprio ora c’era bisogno di qualcosa che caricasse a mille gli Azzurri. Una dichiarazione del genere, che potesse dare vigore a gambe magari stanche ed alimentare una testa di certo più capacitiva. Forse i tifosi ora non se ne rendono conto, ma queste parole sono oro colato per un’Italia che adesso deve solo aspettare il momento propizio per colpire selvaggiamente.
Certo, è venerdì 17 e ci si impone di dover pregare il calendario di non fare scherzi. L’Italia, peraltro, non ha mai vinto una seconda partita di un girone negli scorsi anni. L’aria nuova che si respira potrebbe però dare una mano. Magari proprio a Chiellini, che da buon maiale potrebbe giovarsi del caos e del trambusto. Perché, come disse Eraclito ai suoi tempi, “i porci godono più della melma che dell’acqua pura”. E allora dateci melma, e la trasformeremo in sorgente rinnovata.