L’Italia esporta eccellenze nel mondo. I nostri talenti, come quelli di nessun altro, sanno prendere la scena internazionale e renderci orgogliosi del nostro passaporto. Ranieri, come in un film americano, ha preso un gruppo di emarginati scalcinati e lo ha portato alla gloria finale.
Anche i nostri giocatori “emigrati all’estero” però sanno portare altissimo il tricolore. Prendiamo il buon Paolo De Ceglie. Alfiere instancabile e leggiadro di proprietà della Juve dal 1815. Il suo contratto originale è stampato con i caratteri mobili e non avrà mai fine.
Bene, nel suo ennesimo prestito annuale, Paolo ha voluto provare l’ebbrezza dell’esotico spostandosi a nord di qualche centinaio di chilometri per servire la storica formazione francese del Marsiglia. Presentatosi in compagnia del mite Isla, ha saputo immediatamente portare alla ribalta la sua più fondamentale qualità: far parte di una rosa senza che l’allenatore pensi minimamente di farlo giocare.
Nel non proprio profondissimo Marsiglia gioca la bellezza di sette partite in campionato e altre indimenticabili cinque in Coppa. Secondo gli ascoltatori della radio francese RMC questi exploit gli sono valsi il titolo di peggior giocatore del campionato con quasi la metà dei voti. Che dire, un plebiscito!