La serata che ieri ha chiuso il mese di maggio è stata per alcuni vissuta davanti alla tv: giocava la Nazionale. Ma non quella tradizione, bensì quella sperimentale voluta a forza di stage dal C.T. Ventura. Un’Italia estremamente rimaneggiata che sfidava in amichevole una delle Nazionale più scarse del mondo: con un solo professionista al suo interno, San Marino è da sempre oggetto di scherno da parte degli avversari, tanto è vero che in tempi piuttosto recenti un giocatore molto noto come Thomas Muller aveva spiegato come non avesse senso giocare partite con avversari così deboli, facendo nascere poi una diatriba che risulta essere ancora in vigore. Ma il tedesco, seppur in maniera antipatica, potrebbe avere ragione?
La partita di ieri, in tal senso, è veramente indicativa. Andando ad analizzare la formazione titolare dell’Italia troviamo: un portiere di riserva dell’Udinese, due difensori dell’Atalanta forti ma, in fondo, ancora incompiuti, un centrale di una squadra che si è salvata all’ultima giornata e un terzino detestato spesso dai suoi stessi tifosi. A centrocampo erano presenti 4 promesse del calcio italiano che, però, per adesso hanno mostrato tanti difetti oltre che qualche pregio. In attacco, addirittura, c’erano due attaccanti che complessivamente hanno messo insieme 13 gol in campionato (peraltro Petagna con la 10 è il trionfo dell’antinostalgia). Ebbene, nonostante queste premesse e altri giocatori subentrati non proprio di primissimo pelo, la Nazionale si è imposta facilmente per 8-0 e se negli ultimi minuti Falcinelli non avesse sbagliato un paio di gol sarebbe andata persino in doppia cifra.
Cosa sarebbe potuto accadere contro la Nazionale al completo? Una domanda che preferiamo davvero non porci. Appurato che San Marino non è ovviamente una squadra forte, ha comunque il diritto di cimentarsi in queste ed altre partite/competizioni? Sì. Perché il calcio non è uno sport elitario – almeno in teoria – bensì popolare, di tutti. E di conseguenza persino una Nazionale come quella di San Marino, che può scegliere i suoi calciatori a stento tra 30.000 persone, merita palcoscenici del genere. I risultati probabilmente saranno sempre devastanti ma questo non vuol dire avere il diritto di privare San Marino del pallone, nonostante tutte le lamentele del resto del mondo.