Quando qualche mese fa Antonio Conte ha lasciato la Nazionale, dopo una spedizione comunque più che discreta agli Europei estivi, mettendo il futuro della rappresentativa in mano a Giampiero Ventura, in molti hanno creduto e sperato che qualcosa cambiasse nel gioco e nell’impostazione dell’Italia. Una Nazionale che sì, aveva mostrato grinta e cuore, ma che a livello tecnico sembrava non essere eccelsa. Anche a livello di convocazioni alcune scelte avevano lasciato a desiderare. Le parole di Ventura sono apparse come un lumicino di speranza, soprattutto quando il tecnico ha spiegato di voler lavorare molto con i giovani. Eppure, almeno per adesso, salvo rarissimi casi i miglioramenti paventati non ci sono stati.
Le convocazioni per gli impegni contro Spagna e Macedonia hanno confermato una tendenza che a tratti rischia di essere suicida. Si mantiene un 3-5-2 che a livello internazionale dà ben poche garanzie, nonostante la granitica difesa juventina sulla quale però non ci si può basare in maniera totalizzante. I “giovani” continuano ad essere pochi, ad esclusione di Bernardeschi, Romagnoli e Donnarumma.
In realtà, la situazione più critica resta sempre quella delle convocazioni: si continuano a convocare giocatori morti e sepolti come De Rossi e Montolivo, calciatori obiettivamente meno meritevoli di altri come Ogbonna (con il West Ham che in questo inizio di stagione sta andando malissimo), De Sciglio o Pellè, addirittura si chiamano giocatori che non sono titolari fissi nei loro club, o che comunque non hanno raccolto grosse indicazioni dalle prestazioni in campo, come Eder, Gabbiadini, Astori e Darmian. A casa invece restano giocatori che realmente potrebbero servire alla causa: Acerbi in difesa farebbe comodissimo, Jorginho è praticamente il miglior centrocampista italiano, Saponara resta un trequartista di assoluto livello e persino Insigne, tacciato di non essere partito con il piede giusto, ha già servito tre assist decisivi in campionato.
Insomma, le paventate novità almeno per adesso non ci sono. Auguriamo all’Italia ovviamente il meglio possibile in vista delle qualificazioni Mondiali ma resta difficile credere che, con scelte del genere, la nostra Nazionale possa tornare competitiva ad altissimi livelli in tempi brevi.