Nei giorni scorsi è arrivata una pesante squalifica per il Manchester City. L’Uefa ha stabilito che il club allenato da Pep Guardiola, a causa del fair play finanziario, non potrà partecipare alle competizioni europee per i prossimi due anni. Un duro colpo per la società inglese che ora potrebbe portare a conseguenze peggiori. I Citizens potrebbero vedersi togliere anche il titolo di Premier League conquistato nella stagione 2013-2014, ma non solo. Questa squalifica potrebbe provocare anche effetti disastrosi sul calciomercato. Ma come è nato il caso Manchester City? Un hacker ha messo in luce le transazioni finanziarie del club tramite il sito Football Leaks. Si tratta di Rui Pinto, nerd portoghese oggi trentunenne che, nel 2015 da casa sua a Budapest, è entrato nell’account mail del club dando il via allo scandalo.
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Rui Pinto, l’uomo che ha scoperchiato il caso Manchester City
Pinto inviava i materiali sotto pseudonimo. In totale, si parla di 70 milioni di documenti e di 3.4 terabytes di informazioni, non solo sul Manchester City. Football Leaks ha richiamato l’attenzione sulla violazione, da parte del City, del regolamento UEFA sul fair play finanziario, nonché sui trasferimenti e sulle transazioni finanziarie di altri club tramite il quotidiano tedesco Der Spiegel. La sentenza Uefa è stata sicuramente una vittoria per il nerd portoghese, una vittoria che non ha potuto però festeggiare. Pinto infatti è in prigione da marzo 2019. Il trentunenne, secondo il Daily Mail, deve rispondere di 90 diversi conteggi di hacking, sabotaggio e frode nel suo paese d’origine.
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Il trentunenne ha avuto accesso a oltre 70 milioni di documenti che hanno dimostrato ogni sorta di reati da parte di una serie di club e, recentemente, ha detto a Der Spiegel che era consapevole di poter finire in prigione.“Ero consapevole che tutto potesse succedere. Sapevo che le autorità portoghesi avrebbero perseguito informatori, quindi dovevo essere pronto. Le autorità portoghesi hanno paura di quello che so ed è per questo che è importante non perdere la testa”. I tifosi si dividono, c’è chi vede Pinto come un eroe del calcio, lanciando anche sui social l’hashtag #freepinto, e chi lo vede invece come un criminale.
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