[tps_title]La Joya[/tps_title]
L’idea per questo pezzo nasce da una giornata fantacalcistica resa molto fortunata da Milan Skriniar, difensore dell’Inter, che fino ad oggi ha smentito tutte le critiche ricevute dai nerazzurri in sede di campagna acquisti per una spesa ritenuta eccessiva (28 milioni di euro). Rasserenati da Skriniar, abbiamo pensato a undici giocatori che sono stati pagati troppo secondo alcuni tifosi e che con il passare del tempo non solo hanno smentito tutti, ma hanno anche moltiplicato il loro effettivo valore. L’ordine è puramente casuale.
Nel 2015 la Juventus ha versato nelle casse del Palermo 40 milioni di euro per Paulo Dybala, uno che aveva solo fatto intravedere il 10% di un talento esploso definitivamente in bianconero. In Sicilia aveva ottenuto una promozione in Serie A da comprimario (per via di un brutto infortunio che lo ha fatto giocare pochissimo) e una buona stagione nella massima serie che per molti non valeva la spesa fatta dai bianconeri. Inutile ricordare che Dybala non solo ha raggiunto i livelli del suo pagamento, ma che – con i prezzi di oggi – ha almeno triplicato il suo valore, diventando uomo-squadra e assoluto trascinatore della squadra di Allegri.
[tps_title]Il giocoliere brasiliano[/tps_title]
Neymar è passato dal Santos al Barcellona per 57 milioni di euro. Cifra che tra ingaggi e commissioni è arrivata a toccare 130 milioni di bigliettoni. Quando i blaugrana lo avevano acquistato, di Neymar si sapeva già un gran bene – certo – ma pareva un giocatore troppo morbido per il calcio eeuropeo, decisamente più rude e tendenzialmente meno esposto a permettere le giocate che Neymar faceva in Brasile. Lui non si è scomposto e ha anche migliorato le sue prestazioni al fianco di Suarez e Messi, diventando tra i giocatori più forti del pianeta che ha fatto ottenere al Barcellona una plusvalenza monstre grazie all’acquisto del Psg per 228 milioni. E pensare che quando era arrivato in Spagna, qualcuno dubitava che potesse fare il titolare.
[tps_title]Il pittore[/tps_title]
Sì, Andrea Pirlo è stata una scommessa vinta dal Milan. Quello che poi sarebbe diventato uno dei registi migliori della storia del calcio italiano, prima di arrivare al Milan non aveva ancora la piena fiducia di tutti. Veniva da una parentesi triste all’Inter e si era appena rilanciato con il Brescia, intendendosi alla grande con Roberto Baggio (disse che gran parte dei suoi gol erano merito di Pirlo) e portando le rondinelle a metà classifica.
Ma l’Inter continuava a non fidarsi e per 35 miliardi di lire lo diede al Milan. All’epoca un pizzico di scetticismo rimase, nonostante le grandi prestazioni di Brescia. Con il tempo è svanito anche quello e tutto si è trasformato in una celebrazione nei confronti di un fenomeno.
[tps_title]Prima di essere il numero uno[/tps_title]
Parliamoci chiaro: Gigi Buffon era già un predestinato al Parma, il suo talento era fuori discussione. Ciò che era stato messo in discussione riguarda i 110 miliardi sborsati dalla Juventus per assicurarsi un portiere, per di più ancora emergente. Eppure la Juve di lì ha recuperato tutto il suo investimento, grazie alle prestazioni e al carattere di un giocatore che si è fatto sempre più carismatico, sempre più bandiera e sempre più colonna portante di un movimento che ha nella Juve una fede che non ha più sostituito. Se nel 2001 vi sembravano tanti soldi, oggi nessuno potrebbe dire che sia stato un investimento sbagliato. Un numero uno così non ritorna tanto spesso. E la Juve se ne è accorta quando aveva ancora il 77 sulle spalle.
[tps_title]Un serial killer low cost[/tps_title]
Qualche anno fa, l’Inter ha consegnato alla Sampdoria 15 milioni per Mauro Icardi tutti hanno gridato allo scandalo. Aveva segnato solo undici gol in due anni tra Serie A e Serie B con i blucerchiati e, aldilà di una splendida doppietta alla Juve, parecchi nerazzurri avevano storto il naso per un acquisto così oneroso. Icardi, invece, è diventato un serial killer in area di rigore. L’attaccante più forte negli ultimi sedici metri. Pensare oggi che sia stato pagato così poco e pensare oggi che qualche anno fa erano considerati troppi 15 milioni per Icardi fa anche un po’ ridere, ma tant’è.
[tps_title]Un errore dell’Inter[/tps_title]
Se l’Inter con quei quindici milioni per Icardi ha fatto un affare, di certo non lo ha fatto cedendo Philippe Coutinho al Liverpool per tredici milioni. Eppure, tanta era la delusione per le prestazioni del brasiliano in nerazzurro, che qualcuno riuscì anche ad esultare per la sua partenza a questa cifra. Inutile dire che il Liverpool quest’estate ha rifiutato un’offerta di più di 200 milioni per lui dal Barcellona. Sarebbe stata una maxi-plusvalenza, che Klopp non ha permesso per tenere con sé uno dei trequartisti più forti al mondo. All’Inter era solo un ragazzo con i capelli ricci spaesato e perso nel mondo, oggi è un numero dieci con i fiocchi.
[tps_title]Mandato da Dio[/tps_title]
Kakà è un ragazzo mandato da Dio per farci vedere cos’è il calcio. Il Milan lo ha adocchiato in Brasile e lo ha pagato 8.5 milioni di euro in un periodo storico in cui quei soldi corrispondevano ad un esborso non indifferente. Ancelotti credeva di aver avuto uno studente in Erasmus in prova al Milan, così composto e perfettino, e invece ha trovato uno dei fenomeni più grandi che abbia mai allenato. È bastato fargli toccare la palla per la prima volta per capire che di fronte aveva una delle stelle più evidenti della nostra generazione. Andrà via da Milanello solo per parecchi soldi, senza più tornare lo stesso. Ma che meravigliosa scommessa ha azzeccato il Milan nel 2003.
[tps_title]Furia dell’est[/tps_title]
Pavel Nedved è una scoperta di Zeman, che già prima dell’Europeo in cui fece sfracelli con la Repubblica Ceca ci aveva messo gli occhi addosso. Quelle grandi prestazioni in un grande torneo convinsero anche molti altri club a farsi sotto, tra cui il Psv Eindhoven, ma la Lazio riuscì ugualmente a portarlo a casa. La spesa si aggirò attorno ai 9 miliardi di lire, che nel 1996 non erano spiccioli. Se da una parte c’era curiosità per questo giocatore esplosivo con la sua Nazionale, c’era ancora un po’ di scetticismo per due motivi. Il primo è che la stella della sua squadra non era lui, ma Poborsky, e il secondo è che erano tanti soldi per un giovane che aveva giocato sino ad allora soltanto in Serie A ceca. Il risultato lo sapete, e Nedved è diventato uno degli esterni più forti della storia. Non a caso i laziali porteranno a casa una plusvalenza pazzesca grazie all’acquisto della Juventus, che accertatasi definitivamente delle qualità esplose sotto la Capitale, versò nelle casse dei biancocelesti 70 miliardi di vecchie lire. Investimento sicuro.
[tps_title]Giovane con le palle [/tps_title]
Per alcune stagioni Rio Ferdinand è stato il difensore più pagato della storia inglese, e l’investimento nei suoi confronti è stato fatto ad occhi chiuse dopo che a vent’anni aveva dimostrato tutta la sua personalità all’esordio con il West Ham. Prima di arrivare a fare la carriera che tutti conoscete al Manchester United, Ferdinand era stato pagato 20 milioni di euro dal Leeds United in un’epoca in cui era impensabile pagare tanto un difensore centrale. Ferguson lo pagò addirittura di più, quando il suo valore però aveva già preso forma. Prima che il mercato dilagasse (vedi il City che quest’anno ha speso 60 milioni a difensore), un investimento come quello di Ferdinand era frutto di pura follia. Ma anche qui i risultati hanno consegnato un responso diverso.
[tps_title]Attaccante terzino[/tps_title]
Quando il Napoli sborsò 17 milioni per Edinson Cavani, non tutti erano sicuri che sarebbe stato l’investimento giusto per un attaccante che a Palermo spesso si ritrovava a fare l’esterno basso in aiuto alla squadra. La stessa Inter non ne volle sapere di spenderne diciotto per l’uruguagio, ritenendo che fossero troppi per un giocatore dal futuro incerto. Proponete oggi Cavani a 17 milioni e piogge di squadre farebbero file che neanche ai buffet dei matrimoni. L’Inter disse no, il Napoli sfidò lo scetticismo e lo portò a casa per farlo diventare uno dei centravanti più forti del mondo.
[tps_title]Abbagli di Mourinho[/tps_title]
Kevin De Bruyne è uno dei pochi abbagli della carriera di Mourinho, nonché una delle poche volte in cui il Manchester City ha tirato tanti soldi dal portafoglio con un senso: per la precisione il Wolfsburg ha guadagnato 78 milioni dalla sua cessione, che per uno che era stato bocciato da Mou e che aveva fatto discretamente bene in Germania parevano tantissimi. De Bruyne li vale tutti quei soldi, e lo ha dimostrato a suon di prestazioni con i citizens, dove è andato a segno anche con una certa continuità per essere un centrocampista (quattordici reti in due anni). Sta diventando tra i calciatori più forti al mondo nel suo ruolo, sia come ala che come trequartista. Un investimento sorprendentemente ripagato.