Dopo Verona–Inter, una delle immagini più emblematiche del post-partita è stata quella di Cristian Chivu che, al triplice fischio, si dirige verso Giovane Santana do Nascimento per stringergli la mano e complimentarsi. Un gesto semplice ma significativo, che nasconde molto più di un apprezzamento estemporaneo: il tecnico nerazzurro si è letteralmente innamorato del talento brasiliano dell’Hellas, uno dei protagonisti più brillanti della gara, finito in cima alla lista dei desideri dell’Inter.
Il desiderio di Chivu
In quell'occasione, Giovane ha messo in difficoltà l’intera retroguardia nerazzurra, da Bastoni – bruciato in occasione del gol – a Bisseck Per ottanta minuti abbondanti è stato una spina nel fianco per l’Inter: con strappi continui, accelerazioni improvvise e ripartenze destabilizzanti. Un attaccante moderno, imprevedibile, sempre sul pezzo e coinvolto nella manovra della squadra.
E proprio queste caratteristiche hanno colpito Chivu, che nelle sue idee iniziali – dopo aver ereditato una squadra solida e ben rodata – conservava un piccolo desiderio tattico: aggiungere fantasia, velocità e imprevedibilità al reparto offensivo. Il rumore di fondo su Lookman in estate non era casuale. L’allenatore vedeva in lui l’arma ideale per un eventuale passaggio a un 3-4-1-2 (o 3-4-2-1), con un giocatore capace di muoversi tra le linee, ribaltare l’azione e punire negli spazi.
Lookman non è arrivato, ma Giovane potrebbe. Di sicuro è già arrivato a colpire gli osservatori dell'Inter e il suo allenatore. E il suo prezzo attuale lo rende un’occasione di mercato estremamente accessibile. Non a caso, dalle parti di Appiano ora lo monitorano con ancora più attenzione, consapevoli che il suo profilo tecnico – e soprattutto economico – è perfettamente in linea con le necessità del club.
Il profilo di Giovane
Versatile come pochi, il brasiliano sembra racchiudere in sé quattro numeri diversi del calcio sudamericano: un po’ 7, un po’ 9, qualcosa del 10 e persino dell’11. Può giocare punta, seconda punta o esterno offensivo. Ha fisicità, gamba, accelerazione, dribbling, personalità. E in un sistema che potrebbe prevedere un attaccante in più e un centrocampista muscolare a completare il quadro, la sua presenza permetterebbe a Chivu di inserire quelle novità che ha in mente sin dal suo arrivo.
Dopo la partita, Giovane aveva raccontato il dialogo avuto con il tecnico interista: "Mi ha fatto i complimenti, ha detto che ho espresso un gran gioco. Lo ringrazio". Parole semplici, certo. Ma che suonano come un primo contatto, naturale e spontaneo, tra un allenatore che cerca un giocatore simile e, dall'altro lato, un ragazzo che sta dimostrando di poter essere esattamente quello che Chivu sta cercando.


