Messaggi shock contro il figlio: la moglie di Castrovilli denuncia tutti

Rachele Risaliti, ex Miss Italia e moglie del calciatore Gaetano Castrovilli, denuncia l'odio sui social avvenuto contro la sua famiglia

Rachele Risaliti moglie di Castrovilli
Rachele Risaliti moglie di Castrovilli

L’odio sui social network è ormai una piaga diffusa e, purtroppo, colpisce anche chi non ha nulla a che fare con le vicende di campo. È quanto sottolinea Rachele Risaliti, ex Miss Italia e moglie del calciatore Gaetano Castrovilli, in un’intervista al Corriere della Sera. La moda degli insulti gratuiti non risparmia nessuno, e così, dal rettangolo verde, le critiche più feroci si riversano anche nella sfera privata di chi, come Rachele e la sua famiglia, si trova a dover fronteggiare messaggi di una brutalità sconcertante.

L’allarme di Rachele Risaliti sull’odio social

Voglio dare un segnale: far capire che si può reagire alla violenza verbale”, afferma senza mezzi termini l’ex reginetta, decisa a utilizzare la sua voce per contrastare un fenomeno che non risparmia nessuno sul web. Dopo una partita di calcio come tante, l’account Instagram della coppia è stato bersagliato da un messaggio scioccante: “Che il cancro vi divori tutti. Che i vostri figli e che tutto ciò che avete muoiano”. Parole che si sono abbattute su di loro come un fulmine. E se per Gaetano Castrovilli la soluzione è stata eliminare il messaggio senza coinvolgere la moglie per evitarle dolore, Rachele ha deciso di prendere una posizione pubblica.

Castrovilli in azione con la maglia del Bari

Castrovilli in azione con la maglia del Bari

L’importanza di difendersi

Ma cosa spinge una persona a denunciare pubblicamente un simile caso? Per Rachele la risposta è semplice e colma di determinazione: “L’aver toccato il nostro bambino, la famiglia. È gravissimo”. Per lei il calcio rimane un momento di svago, un spettacolo, dove la passione può portare a tifare con fervore, ma mai a oltrepassare certi limiti. Attaccare la famiglia è qualcosa che va oltre la rivalità sportiva e, come sottolinea, colpisce nel profondo.

La denuncia e la speranza di un cambiamento

La decisione di denunciare non è stata presa alla leggera: “Mancano sole le firme. Ora siamo a Londra per una breve vacanza. Ma l’iter con la Polizia postale è partito”, racconta. L’obiettivo è chiaro: scuotere un sistema, dare coraggio a chi subisce violenza verbale sui social, perché quel coraggio potrebbe tradursi in un effetto domino di solidarietà e opposizione al linguaggio d’odio. Denunciare è anche un modo per ribadire che i social dovrebbero essere un mezzo di socializzazione, non un terreno fertile per impuniti e offensori.

Rachele Risaliti spera che il loro gesto possa infondere coraggio non solo a chi è nel mirino degli haters per motivi calcistici, ma a chiunque sia vittima di questo genere di attacchi. Perché, in fondo, alla base c’è solo una grande verità: i social dovrebbero essere un canale per unire, non per distruggere.

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