Proprio quando il mondo Juve sperava di poterlo riabbracciare, un'altra tegola è caduta su Paul Pogba: il giocatore è risultato positivo al testosterone nel test antidoping del 20 agosto dopo Udinese Juventus ed è stato sospeso in via cautelare dal Tribulane Antidoping. Il motivo sarebbe legato a un integratore americano prescrittogli da un suo amico medico, di cui la Juventus parrebbe estranea ai fatti. Il club bianconero per il momento gli ha sospeso lo stipendio, ma secondo la Gazzetta dello Sport, a breve potrebbe chiedere la rescissione del contratto.
Doping, cosa rischia Pogba?
Al netto del fatto che le percentuali che il test antidoping si sbagli sono molto basse, Pogba ha 3 giorni di tempo per chiedere le controanalisi (da fare entro una settimana). L'eventuale squalifica potrebbe andare dai 2 ai 4 anni qualora dovesse essere accertato il dolo. Il francese cercherà di dimostrare la sua ingenuità, ma stando a quanto riportato da Tuttosport, sulla confezione dell'integratore prescrittogli a Miami da un medico legato alla sua famiglia, era precisato che conteneva sostanze dopanti.
Caso Pogba, che fa la Juventus?
Come già precisato, al momento la Juventus gli ha sospeso lo stipendio in attesa di capire se Pogba richiederà le controanalisi. Dopodiché, con l'eventuale squalifica la Juventus avrebbe il diritto di avvalersi della rescissione unilaterale del contratto, senza dover corrispondere nessun indennizzo al centrocampista. Una situazione delicata, un macigno per Pogba che a 30 potrebbe dover rinunciare al calcio che conta.
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