[tps_title]FREDDY ADU[/tps_title]
Ricordate Adu? Era l’enfant prodige del soccer a stelle e strisce. Poi il campo ha detto tutt’altro. Ma il buon Freddy non si è mai perso d’animo e ha girato il mondo, cercando ogni volta il riscatto.
L’ultima squadra europea per cui ha giocato si chiama Jagodina, che milita nella serie A serba. Il termine “giocato”, in realtà, non rende onore al vero: in sei mesi Adu ha collezionato quattro presenze in panchina e undici in tribuna. Il campo fu un estraneo per lui. Lo Jagodina è stato il decimo club della breve carriera di Freddy Adu: per un ragazzo di 25 anni, forse un po’ troppo.
Il Benfica fu il primo a credere in lui acquistandolo nel 2007 dal Real Salt Lake City. Adu si era messo in mostra nel mondiale under 20 dello stesso anno, dove, a soli 14 anni, gli viene affibbiato il soprannome di “nuovo Pelé”.
Il club di Lisbona l’ha fatto pure esordire in Champions, ma poi lo ha mandato in prestito in giro per ilvecchio continente (Monaco, Belenenses, Arīs Salonicco, Çaykur Rizespor) fino al 2011, quando Adu è tornato a casa, negli Stati Uniti, al Philadelphia Union.
La nuova puntata europea della sua storia, tra i Balcani, si è rivelata un fiasco. E così, di nuovo in America, Freddy si è dovuto arrangiare e ha accettato un’ospitata a pagamento in un night club di Washington, un po’ come i tronisti rigettati da Uomini&Donne.
Adesso ci sta riprovando nel TB Rowdies, club di Tampa Bay che milita nella NASL, la sorellastra della MLS.
Tutto sommato chi ha ancora la copia di Fifa 2006, sulla copertina ci vedrà sempre l’eterno “nuovo Pelè“.
Roberto Oriunto
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