Notte di gloria per Alberto Brignoli, decisivo nell'ottica della qualificazione del Panathinaikos all'ultimo turno preliminare di Champions League. L'ex Benevento, celebre per il gol realizzato contro il Milan, in pieno recupero, nel 2-2 del dicembre 2017, è risultato determinante, nella sfida di ritorno contro l'Olympique Marsiglia, per il passaggio del turno dei greci. Intervistato in esclusiva dalla redazione di Chiamarsibomber.com, il classe '91 ha ripercorso alcune tappe della sua carriera parlando, inoltre, del rapporto con Guglielmo Vicario.
Hai trovato le luci della ribalta con un gesto da attaccante. Questa importante prestazione in Champions ti fa superare quell'etichetta?
"Il gol contro il Milan a Benevento è stato qualcosa di epico, un evento più unico che raro, era normale che ricevesse un clamore del genere. Da lì però ho continuato a fare il mio lavoro, ho sempre voglia di migliorare e di crescere e, in questo senso, la serata di martedì è uno step in più".
Dopo l'anno difficile del Benevento e il fallimento del Palermo hai fatto molto bene a Empoli, trovando la promozione. Sogni un'altra occasione in Serie A?
"Purtroppo a Palermo è successo quello che sappiamo, poi sono andato a Empoli e abbiamo vinto il campionato. Io ho fatto il mio percorso, la società ha fatto scelte diverse ma questo è il calcio, non è colpa di nessuno. Non escludo il ritorno in Serie A, per un ragazzo italiano giocare in Italia è il massimo, ma adesso sto bene al Panathinaikos e il mio sogno sarebbe centrare la qualificazione in Champions League. Poi, se dovesse arrivare una bella occasione si valuterà".
Hai visto da vicino un altro collega "emigrato" come Guglielmo Vicario. Potrà fare bene in Premier?
"Guglielmo è un ragazzo straordinario, quando è arrivato a Empoli abbiamo parlato e abbiamo condiviso i nostri obiettivi. Abbiamo lavorato insieme per due mesi accettando le scelte fatte per noi. Avevamo già giocato contro in Serie B e conoscevo le sue qualità, poi in allenamento ho avuto modo di vederlo da vicino e si vedeva subito che aveva tanto da dare. Da Empoli al Tottenham è un bel gradino, se lo merita e sono contento per lui. Inoltre andare a giocare all'estero è un'esperienza estremamente formativa, ti apre la menta e ti aiuta a crescere".