Una partita surreale, quella tra Rassina e Montemignaio, valida per la seconda categoria di Arezzo. Il match, disputato domenica scorsa, è stato vinto dai padroni di casa per 1-0, ma il risultato è passato decisamente in secondo piano rispetto agli episodi accaduti in campo.
Le accuse e il racconto dei fatti
Come riportato da ArezzoNotizie, tutto è degenerato nei minuti finali, quando l’arbitro ha deciso di non concedere alcun recupero, nonostante le numerose interruzioni del secondo tempo. Questa scelta ha scatenato la furia degli ospiti, portando a un finale senza precedenti. Secondo il racconto pubblicato dal Montemignaio sul proprio profilo Facebook, il caos è culminato in una rissa che ha visto coinvolti giocatori, allenatori e, incredibilmente, lo stesso direttore di gara.
Al termine dell'incontro il direttore di gara della sezione del Valdarno aggrediva e colpiva con pugno un dirigente ed un tesserato della società colpevoli di aver chiesto allo stesso il perché del mancato recupero dopo che c'erano state ben tre espulsioni e 8 sostituzioni
Un gesto che ha lasciato attoniti sia i calciatori presenti che il pubblico sugli spalti, tra cui il Commissario AIA della sezione del Valdarno, presente per seguire la gara.
Dopo l’accaduto, sono intervenute le forze dell’ordine, chiamate dai dirigenti del Montemignaio, e i due “aggrediti” sono stati trasportati in ospedale per ricevere le cure necessarie.
Le dimissioni dell’arbitro e il nodo della relazione finale
In un secondo momento, l’arbitro avrebbe ammesso le sue colpe porgendo le proprie scuse ai tesserati della squadra ospite. Poco dopo, ha annunciato le sue dimissioni dall’AIA, accompagnandole con una relazione sulla partita. Tuttavia, quest’ultimo documento ha lasciato nuovamente sbigottiti i dirigenti del Montemignaio, che sostengono che la versione fornita dal direttore di gara non rispecchierebbe i fatti realmente accaduti:
La cosa che lascia sconcertati tutti coloro che hanno a cuore parole come trasparenza, correttezza, lealtà, è come possa aver fatto il giudice ad assumersi la responsabilità della misura delle sanzioni senza assicurarsi di quanto sia successo prima della sua stesura e che non si sia posto il dubbio se quel pomeriggio il Kondi fosse nel pieno possesso delle capacità di intendere e di volere
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